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La CSU dice no a tagli ai servizi essenziali, si all’equità e alle politiche di sviluppo

23 lug 2009
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E’ questa la posizione della CSU dopo l’incontro con l’Esecutivo che ha illustrato, solo verbalmente alle parti sociali ed economiche, il documento di Programmazione Economica e Finanziaria per il 2010. In attesa del testo scritto i sindacati contestano le dichiarazioni fatte da esponenti di Governo, sulla necessità di ridurre la spesa pubblica per l’aumento del deficit dello Stato e del minor gettito fiscale e anticipano che non accetteranno tagli ai servizi sanitari e socio-sanitari e a tutti i servizi pubblici essenziali, come la scuola, i trasporti, la cultura, ecc. Concordi invece sull’adozione di politiche di risparmio e su spese più razionalizzate, senza intaccare la funzionalità e l’efficienza dello stato sociale, del sistema dei servizi e delle forme di protezione perché la crisi in atto richiede il massimo del supporto per lavoratori, pensionati e cittadini. “E’ necessario - scrive la CSU - rilanciare lo sviluppo economico, con nuovi investimenti nell’economia reale, e realizzare l’equità fiscale, ma anche siglare accordi con l’Italia e superare l’esame di settembre del Moneyval”.
Gli industriali invece ritengono il documento illustrato un elenco molto ampio di proposte, idee e progetti “sui quali - dice Giorgi - ragioniamo da tanto tempo, ma la differenza sarà farli diventare concreti, se ci si riuscirà. Da tempo - prosegue - sosteniamo che la crisi impone un cambio di mentalità e la lungimiranza di decidere quali sono i settori economici da privilegiare per rilanciare l’economia vera, ma per quel che abbiamo sentito dal Dpfr non emergono proposte forti e risolutive”. “Inoltre - conclude Giorgi - non possiamo non vedere le contraddizioni insite negli atti in controtendenza con le parole, perché se da un lato registriamo minori entrate per lo Stato, dall’altro constatiamo che il Governo ha concesso aumenti contrattuali più alti dell’inflazione stessa”.

Myriam Simoncini

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