CSU: "“Equità, prima dei tagli agli stipendi”

“Una scelta sbagliata”. Dati alla mano, la CSU motiva il suo no - annunciando iniziative di mobilitazione - ai tagli progressivi alle retribuzioni di dipendenti pubblici e di partecipate, annunciati dal Governo nell'ultimo confronto sul piano di spending review.
“Reddito delle famiglie calato di 3mila euro annui, per una categoria che vede lo stallo del rinnovo contrattuale da oltre 10 anni”. Calo dei redditi, contrazione nei consumi e la CSU dettaglia: “Uno sconfortante -7,8% annuo nei redditi e del 3,1% nella spesa media delle famiglie”- è questo il quadro espresso dai segretari confederali del Pubblico Impiego, Milena Frulli e Alessio Muccioli.
La critica va alla politica dei “tagli lineari sui solo salari pubblici – dicono - innescando lesione dei diritti contrattuali, oltre all'aggravio sui consumi interni, con una eco su tutta l'economia”. Pareggio di bilancio: è l'obiettivo dell'esecutivo, ma – per la CSU – “divenuto quasi un mantra, dimenticando il paese reale, dimenticando che i bilanci sono a servizio dei bisogni della gente”.
Da qui, torna la richiesta al Governo: bilanciare i sacrifici del risanamento fra tutte le categorie, combattendo elusione ed evasione: “Senza equità - dice la CSU - non vi sarà mai cambiamento”.

AS

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