La Csu lancia l'allarme prezzi: a San Marino gli alimentari costano il 6,4% in più che a Rimini

Prezzi più alti a San Marino? Sembrerebbe di sì. E non di poco. Enzo Merlini e Riccardo Stefanelli, componenti della Commissione per il monitoraggio della fiscalità, lanciano l'allarme. Lo fanno con la forza dei numeri diffusi dagli Uffici di Statistica di Rimini e San Marino. Nei supermercati del Titano i beni alimentari in due anni sono aumentati del 6,4% rispetto a Rimini. Una differenza inaccettabile in tempi di stagnazione. Se da una parte, quindi, i consumatori sammarinesi sono invogliati ad acquistare in Repubblica per ottenere deduzioni fiscali attraverso la Smac, dall'altra vedono il loro risparmio vanificato da rincari ingiustificati. Un fenomeno – denunciano Merlini e Stefanelli – minimizzato o smentito dalle associazioni di categoria, ma che i pendolari dell'acquisto hanno riscontrato sul loro portafoglio ormai da tempo. A lanciare l'allarme, infatti, erano state anche le associazioni dei consumatori. Così non va. I sindacati suggeriscono l'introduzione di correttivi, come il ritorno alle deduzioni forfetarie per i lavoratori dipendenti e i pensionati, per far sì che i contribuenti possano fare la spesa dove conviene. Perché le deduzioni fiscali riconosciute per le sole spese effettuate in territorio – dicono - probabilmente contribuiscono ad alimentare rendite di posizione. Ed è un peccato per tutti. Poiché c'è ancora chi sogna un paese pronto a rilanciarsi con prezzi davvero competitivi, per vincere la sfida della concorrenza.

MF

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