La Csu mette a confronto le forze politiche sulla riforma tributaria

Dov’è l’equità? Questo l’interrogativo posto alla politica dai sindacati che chiedono l’immediato ritiro della riforma tributaria. In caso contrario si risponderà con lo sciopero generale di fine mese.
I partiti d’opposizione appoggiano: PSD, PSRS, UPR e Sinistra Unita si dicono disposti a rimetterci le mani. Claudio Felici PSD parla tra l’altro di blitz in commissione finanze, alle 2 del mattino, di tre consiglieri di maggioranza, riusciti a stravolgere tutto ciò che era stato concordato in precedenza. “La legge va ritirata – afferma Simone Celli PSRS sostenuto dagli altri – e ripresentata immediatamente con procedura d’urgenza, vale a dire con un unico passaggio consiliare purché con il sostegno dei 2/3 dei consiglieri, in altre parole la maggioranza qualificata. Serve, dunque, un patto sociale, come l’ha chiamato Pier Marino Mularoni UPR, tra maggioranza e opposizione col sostegno di associazioni di categoria e sindacati. Da Vanessa Muratori anche una frecciatina al PSD, per il suo avvicinamento alla DC e l’iniziale appoggio alla riforma. Maggioranza disposta ad eventuali aggiustamenti, ma solo dopo l’approvazione della legge. Luigi Mazza DC ricorda che le critiche si concentrano su un unico punto. Anche Stefano Palmieri AP sottolinea la portata del provvedimento e i suoi aspetti positivi. Lo stesso fanno Angela Venturini e Gabriele Bucci. Per la CSU, la legge non mette in sicurezza il bilancio dello Stato e non assicura lo sviluppo. Non prevede controlli, non istituisce la polizia tributaria. “Temiamo – sostengono i sindacati - che i decreti attuativi successivi possano inasprire ulteriormente la pressione fiscale. A parità di reddito tra lavoratori autonomi e dipendenti, è ingiusto applicare la stessa pressione fiscale, perché cambiano le modalità di produzione del reddito. Gli autonomi, i liberi professionisti contano su sgravi che i dipendenti non hanno.

Silvia Pelliccioni

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