Decreto "salva-banche": dura posizione della Csu, Governo "non più in grado di essere d'aiuto al Paese"

Esecutivo e maggioranza stanno “portando il Paese verso una deriva difficilmente recuperabile”. La Csu critica duramente l'azione del Governo sulle banche accusando l'esecutivo di non essere aperto a un reale confronto. L'oggetto è il decreto 16/2019 in aula domani che, spiega la Csu, era stato sospeso dalla ratifica a inizio anno per consentire il dialogo con le parti sociali.

Csdl e Cdls scrivono di essersi soffermati, nelle loro proposte, tra le altre cose, sulle garanzie necessarie per i fondi pensione, di aver espresso contrarietà al finanziamento delle banche in liquidazione coatta e di aver proposto di usare titoli e obbligazioni in possesso di Banca Centrale quali garanzie per i fondi previdenziali riferibili a Banca Cis. Ma il Segretario di Stato alle Finanze, accusa la Csu, non ha risposto, lasciando tutto in un “limbo indefinito”. Il Governo dica chiaramente – prosegue la nota – che il suo metodo è “quello del comando”.

Le due sigle sindacali prendono atto dell'obiettivo governativo di prorogare il blocco dei pagamenti tramite emendamento ma parlano di un esecutivo non più in grado di essere d'aiuto al Paese. Sul tema interviene Democrazia in Movimento secondo cui “è inconcepibile che il Governo stabilisca che una banca incapace di dare garanzie riceva ugualmente denaro garantito dallo Stato”. Rete ed Mdsi scrivono di "un altro grande favore alla cricca amica".

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