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Ecco gli scenari dopo un eventuale taglio netto delle forniture di gas russe

di Maria Letizia Camparsi
6 apr 2022
L'intervista a Emanuele Bompan
L'intervista a Emanuele Bompan

Mentre sul campo non accennano a fermarsi i combattimenti, le conseguenze della guerra mettono in difficoltà l'economia mondiale. In primis quella russa, colpita dalle sanzioni, ma di riflesso anche gli Stati che dipendono dalle sue forniture. L'Italia compra il 40% del gas che utilizza proprio da Mosca e così l'ipotesi che l'Unione europea blocchi totalmente il flusso per assestare il colpo finale al Cremlino, spingerebbe la penisola in uno stato d'emergenza.


 "E' prioritario diversificare le fonti di approvvigionamento del gas - spiega Emanuele Bompan, direttore della rivista Materia Rinnovabile - e accelerare i processi di elettrificazione e diminuzione della dipendenza dal gas". Praticamente impossibile sostituire in vista del prossimo inverno i 29 miliardi di metri cubi di gas russo.




Si potrebbero dunque ripresentare gli scenari del 1973, con tagli dei consumi, o nel 2003 con i black out controllati. Si tornerebbe indietro di 40 anni con le domeniche in bici, la chiusura anticipata di negozi e uffici, l'abbassamento del riscaldamento e il taglio del 40% dell'illuminazione pubblica. Un Paese che produce metà dell'energia elettrica con il gas dovrebbe anche ridurre il consumo di elettricità, sia pubblico sia privato.

Insomma tutto ciò si ripercuoterebbe in modo significativo sulle abitudini e sul portafoglio delle famiglie e delle aziende. "Non è uno scenario escludibile - conclude Bompan -, ma non solo a causa della guerra in Ucraina. Purtroppo il settore dei combustibili fossili ci esponi a questi rischi di medio-lungo termine. L'unico futuro è decarbonizzare la nostra economia".

Nel video l'intervista a Emanuele Bompan, direttore della rivista Materia Rinnovabile






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