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Fiscalità Italia-San Marino: la posizione degli Industriali

27 giu 2006
Fiscalità Italia-San Marino: la posizione degli Industriali
E’ il caso che pare destinato ad infiammare l’estate e ad aprire un nuovo capitolo difficile nei rapporti fra le amministrazioni sul fronte fiscale. La Guardia di Finanza di Rimini ha puntato il dito contro alcune aziende sammarinesi responsabili, a suo dire, di evasione fiscale; il governo rigetta completamente le affermazioni delle fiamme gialle e ricorda che tutto è regolamentato da una legge che ha già compiuto 20 anni; gli industriali si schierano a fianco dei loro colleghi e difendono l’operato delle aziende sammarinesi, definendo un abbaglio quello della Guardia di Finanza.
In contestazione ci sono un paio di imprese del Titano che hanno nelle loro relazioni commerciali in larga misura clientela italiana. Per il comando provinciale della guardia di Finanza le imposte sui loro redditi devono essere pagate in Italia e non a San Marino dove hanno la sede dell’azienda; a Rimini queste imprese hanno il solo rappresentante fiscale, come prevede la normativa per i soggetti non residenti e che in Italiana non hanno una stabile organizzazione. Per il Congresso di Stato l’interpretazione delle Fiamme Gialle riminesi è fortemente discrezionale e unilaterale. Tutti certi, sul Titano, della correttezza giuridica del sistema, collaudato per oltre 20 anni e sancito da più intese fra i due paesi. Nessuna contestazione potrebbe essere stata mossa ora, se l’accordo contro le doppie implosioni fiscali fosse stato ratificato. Dunque è una partita tutta diplomatica. Con l’Agenzia Generale delle Entrate di Roma un confronto è già stato avviato dalla Segreteria di Stato alle Finanze, le organizzazioni economiche protestano per come vengono trattate due aziende importanti della Repubblica, solide e trasparenti. I vertici di quelle società rigettano questa interpretazione, sottolineano che il Comando di Rimini è l’unico ad averla introdotta, ricordano il loro percorso imprenditoriale e contestano la volontà della Guardia di Finanza riminese di considerare italiane due aziende totalmente sammarinesi. Una vicenda che ha tutti i contorni per sfociare in una contesa politico diplomatica che rischia di trascinarsi per lungo tempo.

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