Frontalieri, nuova tassa etnica: secco no dello Csir

Vecchia tassa etnica, nuova edizione”. L'ipotesi non piace allo CSIR che tuona: “reiterare la medesima ingiustizia, sanata solo nel 2013, sarebbe ancora più grave rispetto all'iniziativa consumata nel 2010”.
Solo pochi giorni fa si era espressa la Csu, giudicando la proposta di abbattimento della detrazione del 7% e della no tax area per i lavoratori frontalieri  come una “riproposizione pura e semplice della tassa etnica”, bollandola come misura “indegna”.

Contenuta nel documento di indirizzo sulla revisione della legge fiscale del governo, ora è lo Csir ad alzare la voce chiedendone, in modo chiaro e secco, il ritiro, perché non solo in antitesi rispetto al percorso di associazione UE intrapreso da San Marino, ma anche rispetto alle parole “espresse durante il recente incontro bilaterale fra il segretario agli Esteri Renzi e il Ministro italiano Moavero”.
Argomento caldo, da battere subito con forza: in agenda per lo Csir, infatti, una serie di incontri con parlamentari ed istituzioni.

Già calendarizzato nei prossimi giorni un confronto con l'ambasciatore d'Italia a San Marino, Guido Cerboni, proprio sul tema della parità dei diritti dei lavoratori a prescindere dalla loro cittadinanza e residenza. La riproposizione della tassa etnica sarà, sia per contingenza sia per gravità – evidenzia lo Csir – uno dei punti nodali della discussione.

AS

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