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Le imprese italiane continuano a fallire

1 mar 2010
Solo nell’ultimo trimestre dello scorso anno sono state aperte 2900 procedure fallimentari, +15% in più rispetto allo stesso periodo del 2008, già entrato in crisi profonda rispetto al 2007 con un +47% di fallimenti. In questa debacle sono le regioni del Nord le più colpite, quelle che vantavano il primato nazionale di produttività.
Tra esse l’Emilia Romagna con il 33% di procedure fallimentari. Cifre che danno la dimensione di una crisi profondamente strutturale che colpisce ogni settore. Industria, società finanziarie e immobiliari, trasporti, e comunicazioni, informatica. San Marino non sta meglio. Non si parla di fallimenti ma di riduzione della produttività e dei posti di lavoro. Dopo 20 anni di crescita ininterrotta dell’economia con il 2009 arriva anche la crisi e il calo dell’occupazione. Un anno orribile che ha visto un calo delle imprese dell’1,7%. A fine anno erano 6.355. Tra i settori più colpiti le attività immobiliari, informatica e servizi alle imprese. In crisi anche il comparto manifatturiero che rappresenta il 40% dell’economia nazionale. In questo comparto gli addetti sono diminuiti del 7%. Tra i settori più colpiti quello tessile, con una contrazione del 23%, seguito dal comparto della meccanica con 226 posti di lavoro persi. Solo il commercio sembra aver trovato la strada della ripresa segnando un 3,8% di posti di lavoro.

Myriam Simoncini

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