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Inchiesta Carisp: la Procura di Forlì ha chiesto l'archiviazione per 23 persone

L'unico capo di imputazione rimasto, per solo 4 dei 27 indagati, è quello di riciclaggio, mentre per tutti i soggetti coinvolti e tutte le altre accuse è stata richiesta l'archiviazione.

3 mar 2023
Sede Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino. Immagine di repertorio
Sede Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino. Immagine di repertorio

La Procura di Forlì ha chiesto l'archiviazione per 23 dei 27 indagati nell'inchiesta 'Varano', uno dei filoni del caso Carisp: coinvolti sono ex dirigenti e dipendenti della banca, per ipotesi di riciclaggio, abusivismo bancario e finanziario e associazione a delinquere, reati commessi secondo l'iniziale accusa, tra il 2004 e il 2009. Ne dà notizia l'Ansa. Si tratta di un procedimento che impegna i Tribunali della Romagna (Forlì, Rimini e di nuovo Forlì) ormai da oltre un decennio.

Ora la decisione spetterà al Gip, per le archiviazioni e al Gup per le quattro posizioni di vertice dell'istituto di credito sammarinese per cui presumibilmente la Procura procederà separatamente. L'unico capo di imputazione rimasto, per solo 4 dei 27 indagati, è quello di riciclaggio, mentre per tutti i soggetti coinvolti e tutte le altre accuse è stata richiesta l'archiviazione. Questo è importante anche per l'ente Cassa di Risparmio di San Marino, per l'illecito amministrativo dove, spiegano fonti difensive, ai sensi dell'art. 58 della legge 231, si può ritenere che il provvedimento valga sostanzialmente già come archiviazione.

La Cassa ha affidato la difesa a un collegio composto dagli avvocati Roberto Roccari, Moreno Maresi, Luigi Stortoni, Bartolo Mangogna, Tommaso Guerini, Nicola Mazzacuva e Guido Magnisi. Per le quattro posizioni rimaste la Procura segnala "errate prassi vigenti all'epoca dei fatti" e "lacune entro le quali le condotte illecite perseguite trovarono allora terreno fertile per insinuarsi".

Peraltro, nel 2008 sul punto si pronunciò la Cassazione rilevando l'insussistenza di indizi di riciclaggio, "proprio in virtù del fatto che le operazioni contestate non costituivano affatto un episodio isolato e atipico ma una operazione sistematica di tutti gli istituti sammarinesi sulla base di una ritenuta equiparazione a tutti gli effetti delle banche operanti nel territorio di San Marino con le banche operanti nel territorio della Repubblica Italiana", sottolineano sempre i difensori.

"Ovviamente per noi è una grande soddisfazione - commenta l'avvocato Magnisi - accompagnata da una altrettanto grande prudenza dovendo attendere il giudizio del Gip. In caso di accoglimento dopo 15 anni si raggiungerebbe una sofferta parola fine. Naturalmente con la ragionevole speranza che in tempi brevi si giunga a una giusta assoluzione anche per le ultime posizioni coinvolte".





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