Istat: crollo dei consumi del 3,2%. Le famiglie operaie le più colpite

Pane prezioso, mai come oggi. E' emblematico che il bene che sfama il mondo anche in Occidente diventi una spesa da centellinare. La spiarale della crisi ingloba i consumi che crollano e tornano a stime del dopoguerra. Maggiormente bersagliate, secondo la Cgil, le famiglie operaie che nel triennio 2012-2014, rispetto al 2011, spenderanno 1.806 euro in meno con un calo dell'8,4%.
Il 2012 può presentare la peggiore variazione negativa della spesa reale pro capite della storia dell'Italia con un -3%. Lo rileva la Confcommercio. Una caduta simile equivale ad una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di oltre 22,7 miliardi di euro all'anno.
Vendite in contrazione anche nei supermercati e negli ipermercati: sono diminuite del 3,2% su base annua, con flessioni del 2,3% per la grande distribuzione e del 3,8% per i piccoli negozi.
Si risparmia come si può: aumenta del 23%, infatti, il numero di persone che cerca di evitare le mediazioni e si rivolge direttamente a coltivatori e allevatori. Tutto cambia e bisogna fare i conti anche con altre tipologie di vendita molto diffuse come le imprese di e-commerce cresciute del +19% rispetto al 2010 e la vendita attraverso i distributori automatici con oltre 2 milioni di macchine installate in Italia. A due velocità anche la crescita. Nel 2012 il Pil del Mezzogiorno sarà in calo del 3,5%, quello nazionale, invece,si fermerà al 2,5% grazie al traino del centro-nord.

Valentina Antonioli

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy