Legge sviluppo: le critiche di UNAS. Zafferani ribadisce: “E' una legge per favorire gli investimenti”

“Un grido d'allarme a difesa della competitività di un settore che ha un alto ricorso alla manodopera frontaliera, e che si caratterizza per l'alto numero di imprese di dimensioni medio-piccole. Dall'Unione Artigiani critiche al progetto di legge per lo sviluppo in particolare su tre fronti: l'articolo 4 che alza il costo del lavoro del 7% per i neo-dipendenti frontalieri: “Condividiamo – scrive la Presidente Loretta Menicucci – il privilegiare chi impiega manodopera interna, ma non il penalizzare chi ricorre a manodopera forense”. Seconda criticità: negli effetti - definiti “paradossali” - che causerebbe il rilascio di residenza per acquisire la titolarità di una impresa individuale che – per UNAS - “ sarebbe come liberalizzare il rilascio di tutte le licenze commerciali e artigianali al dettaglio”. Terzo aspetto evidenziato da UNAS è la penalizzazione ulteriore legata all'esclusione dei vantaggi fiscali previsti solo per chi ha più di 6 dipendenti.
Chiede di ristabilire la realtà delle cose il segretario Zafferani: obiettivo della legge è dare all'impresa la possibilità di assumere chi voglia – sammarinese o frontaliere - in tempi celeri, senza burocrazia, eliminando la discrezionalità della Commissione lavoro, proprio per favorire investimenti e sviluppo. Gli oneri contributivi per i frontalieri riguardano solo i neo-assunti e comunque applicati solo se i non residenti siano superiori al 30%, soglia poi ancora oggetto di valutazione. In parallelo, la difesa dell'occupazione interna, accompagnata da politiche mirate alla formazione.
Un progetto posto al vaglio di esperti che lo vede coerente a livello giuridico con l'attuale quadro istituzionale internazionale, mentre rispetto all'Accordo di Associazione sono ancora da affrontare gli aspetti relativi alla libera circolazione delle persone. Disponibilità, infine, ad un confronto leale con l'Italia.

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