I mestieri ignorati: tanta richiesta ma pochissimi candidati. Sopratutto nell'artigianato

Ogni crisi nasconde i suoi paradossi. I sindacati stilano quotidianamente il loro bollettino di guerra di licenziamenti e cassa-integrati, ma accanto al lavoro che non c’è, mancano - incredibile ma vero - anche i lavoratori. In Italia ci sono 150.000 professioni che le imprese fanno fatica a coprire. Per lo più mestieri legati al mondo artigiano. Al primo posto troviamo gli installatori di infissi: su 1.500 richieste nell’80% dei casi l’azienda non ha neanche ricevuto una candidatura. Seguono panettieri, pasticceri e gelatai, sarti e tagliatori tessili, parrucchieri e falegnami specializzati. San Marino non fa eccezione. L’ufficio del Lavoro rivela che è soprattutto nel settore turistico-alberghiero che la richiesta è di gran lunga superiore all’offerta. Questa estate, ad esempio, c’erano davvero pochi sammarinesi candidati a lavorare come baristi, cuochi, aiuto cuochi, camerieri. Tanto che ristoranti, bar ed hotel hanno dovuto assumere frontalieri. Molto ricercati anche gli operai specializzati come piastrellisti, idraulici, imbianchini. Che per questi mestieri fosse necessario rivolgersi alla manodopera italiana non è una novità. Ma oltre confine, dove i numeri della crisi sono proporzionati a quello degli abitanti, fa specie sapere che esistono intere nicchie di mercato scoperte. Nel giro di due anni, 216mila giovani hanno perso il posto. Per il 2010 sono previste circa 550mila nuove assunzioni, ma 147.250 domande sono destinate a rimanere senza risposta. Alla faccia della recessione.

Monica Fabbri

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