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“Moneta fiscale”: al vaglio l'ipotesi di sfruttare la Smac, come supporto per fare circolare i CCF

Il Governo sammarinese sta ragionando sull'introduzione di “Certificati di Credito Fiscale”; anche per favorire i consumi interni. E non è escluso che si utilizzi il già esistente circuito smac, per realizzare questo progetto

27 apr 2020

Non si tratterebbe di una decisione improvvisa, da parte dell'Esecutivo. Progetti per l'introduzione di una “moneta fiscale”, in Repubblica, sono stati elaborati – negli ultimi tempi -, sia da ABS che da gruppi dei Partiti di Maggioranza. “La stessa Banca Centrale – sottolinea il Segretario di Stato alle Finanze – aveva studiato la possibilità di ricorrere a questi Certificati di Credito Fiscale”. Da qui il recente avvio di una serie di incontri per “mettere insieme” queste idee. L'obiettivo del Governo – afferma Marco Gatti – è quello di lavorare in un'unica direzione e giungere quanto prima “alla condivisione di un testo normativo”. Il tema è ovviamente molto tecnico e complesso; occorre infatti restare nel perimetro delle convenzioni stipulate da San Marino, in particolare quella monetaria con l'Unione Europea. E al contempo vanno determinati i limiti entro i quali “emettere” questi strumenti; per fare in modo che “un'opportunità non si trasformi in un problema”. Certe soglie, insomma, non si possono superare; se non si vuole incappare – ricorda Gatti - in un “loop” che vanificherebbe l'intera operazione. Recentemente, intervenendo in Consiglio, il Segretario di Stato aveva parlato di una “moneta elettronica”; tra le ipotesi allo studio vi è infatti quella di sfruttare la Smac, come supporto per far circolare questi certificati. Sarebbero una sorta di “cambiali”, i CCF; che lo Stato poi ritirerebbe in occasione del pagamento di imposte o servizi. Ancora da individuare, comunque – afferma Gatti -, le modalità stesse di ritiro: che “potrebbe anche essere diretto”. Moneta fiscale che inoltre, come accaduto altrove, potrebbe essere utilizzata pure per transazioni fra privati, operatori economici e Stato. Si punta infatti a creare uno strumento che possa essere un volano per favorire i consumi interni. Vi sono inoltre sul Titano ingenti crediti fiscali, soprattutto in ambito bancario, a seguito delle risoluzioni che hanno interessato il settore. L'eventuale introduzione dei CCF, allora, consentirebbe la “circolazione” e la “spendibilità” di questi crediti.


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