MPS: la marginalità del Titano

Della marginalità dei depositi individuati nella Repubblica di San Marino lo testimoniano gli importi e i numeri di conti posti sotto sequestro dai magistrati senesi, riconducibili alle 5 persone oggetto di indagine. Un totale di 38 milioni di euro sequestrati, 19 dei quali nella disponibilità di Gianluca Baldassari, ex capo della finanza del Monte dei Paschi; 12 milioni sono attribuibili i tre broker della Enigma Securities, Fabrizio Cerasani, David Ionni e Luca Borrone; circa 10 milioni erano invece depositati nei conti di Alessandro Toccafondi, l'unico che ne avrebbe custodito una parte a San Marino, poco meno di un milione e mezzo di euro. Gli altri conti dell'ex numero due dell'area finanziaria, erano stati aperti alla Cassa Lombarda e a Banca Mediolanum. Nella prima, in totale, erano depositati 7 milioni e 800 mila euro, fra contanti, titoli e assicurazioni; nella seconda circa 1 milione e mezzo di euro, sempre distribuiti fra titoli e contanti. Per i magistrati senesi questi importi costituiscono la prova di operazioni illecite condotte all'interno dell'area finanza del Monte dei Paschi e rappresentano importi sproporzionati alle entrate ufficiali degli indagati e a tutte le altre fonti di reddito a loro riconducibili. Dopo l'ondata mediatica dei giorni scorsi, che aveva erroneamente puntato il dito sulla Repubblica e uno dei suoi istituti di credito, la vicenda assume contorni di gran lunga diversi.

Sergio Barducci

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