Riforma pensionistica, CSU: "Potenziare i rendimenti del secondo pilastro"
“Un quadro complesso, che desta preoccupazioni sulla sostenibilità economica del sistema pensionistico”, partendo dai dati e dalle proiezioni presentate alle parti all'ultimo tavolo di confronto sulla riforma pensionistica. Dai sindacati scatta l'altolà: “Ritardi e sottovalutazioni dimostrate negli anni hanno aggrovigliato il nodo pensionistico” - la premessa dei segretari Confederali CSU Giuliano Tamagnini e Riccardo Stefanelli che chiedono un nuovo approccio alla riforma: “Non di tipo ragionieristico, perché la sola ricerca di soluzioni contabili rischia di provocare contraccolpi sociali e politici pesanti, producendo nel concreto una generazione di futuri pensionati a basso reddito”. Chiedono che il rapporto tra pensione e ultimo stipendio resti entro un equilibrio accettabile, sia per chi già è in pensione, sia per chi ci andrà. Ma aprono un altro fronte: sollecitano, perché il secondo pilastro sia realmente parte integrante del sistema di copertura pensionistica, potenziandolo attraverso investimento più remunerativi. L'invito a superare il dettame referendario, che penalizza e limita, ponendo il vincolo di investire le risorse di Fondiss unicamente a San Marino.
AS
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