OCSE: controlli accurati sui recenti ingressi nella white list di Isole Cayman e Isole Vergini

A pochi giorni dal vertice di Los Cabos, in Messico, quando rappresentanti di 100 governi decideranno i prossimi passi sulla trasparenza e lo scambio di informazioni, l’Ocse alza il livello dei controlli e annuncia verifiche accurate anche sui paesi inseriti di recente nella white list. A sollecitare il giro di vite, la promozione di Isole Cayman e Isole Vergini che in pochi mesi hanno raggiunto il “target” dei 12 accordi, uscendo a metà agosto dalla Grey List dove invece si trovano ancora paesi come San Marino, Svizzera e Liechtestein. L’Ocse obietta sul fatto che Isole Cayman e Isole Vergini – da sempre considerati centri off-shore e noti per la poca trasparenza e collaborazione – hanno si firmato e ratificato un numero di intese sufficienti, ma lo hanno fatto – in parte - con paesi di seconda fascia. San Marino intanto prosegue la sua scalata alla white list. Nella seduta del 3 agosto il Congresso di Stato ha vistato accordi, secondo il modello Ocse, pronti quindi alla firma, con 14 Stati: Gibilterra, Malta, Austria, Andorra, Norvegia, Islanda, Groenlandia, Isole Faroer, isole Cayman, Jersey, Grecia, Ungheria, Romania, Libia. Più arduo il cammino della Svizzera verso la white list: oltre alla firma e alla ratifica di almeno 12 accordi, infatti, la Confederazione Elvetica dovrà anche sottoporne almeno uno a referendum confermativo.

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