Passaggio all'IVA: Sindacati e Associazioni Consumatori chiedono tutela dei consumi interni

Ancora auspicata, ma non praticabile, la strada a corsie parallele - Iva per il commercio estero e mantenimento di un sistema vicino alla monofase per il mercato interno – da tutti ora l'auspicio è che il nuovo sistema non gravi sui consumi.

Al tavolo con gli esperti del dipartimento fiscale del Fondo Monetario, le organizzazioni sindacali e a tutela dei consumatori chiedono “un passaggio rapido ma non frettoloso – dice Francesca Busignani dell'Unione Consumatori Sammarinesi - tessendo rapporti con l'EU perché tutto sia operativamente fattibile”. Raccomanda di mantenere aliquote allineate a quelle già in vigore (il 3% sui servizi, quella ordinaria al 12%).

“Rischi sui possibili effetti recessivi, con un'altra tassa sui consumi”, vengono evidenziati anche da Augusto Gatti di Asdico-Cdls, “in un momento in cui già lo stato delle finanze pubbliche – dice - non gode di buona salute”. E chiede cautela nell'elaborazione del provvedimento “perché tenga conto delle peculiarità del territorio, dove già i prezzi sono in linea, se non superiori, a quelli della vicina Italia”.

All'incontro anche Giorgia Giacomini per l'Usl. In una nota, definisce inevitabile l'introduzione dell'Iva per rendere la Repubblica competitiva sul mercato europeo, ma chiede di tutelare l'occupazione, mettendo al riparo il tessuto economico. Auspica sburocratizzazione ed eliminazione di ostacoli agli scambi commerciali, prevedendo aliquote ed esenzioni, perché la nuova legge in materia vada verso un effettivo rilancio del sistema.

AS

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