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Piccole e medie imprese: si chiede competitività

24 apr 2005
Piccole e medie imprese: si chiede competitività
Un futuro offuscato dai dati di produzione del settore inchiodato al 2% mentre avanzano aggressivi i paesi dell’est, Cina in testa. Se il sistema impresa europeo e italiano deve fare i conti con queste realtà, il sistema San Marino non è da meno. 'Un sistema caratterizzato proprio dalle piccole e medie imprese che combattono per evitare di essere globalizzate, che sono condizionate dal sistema industriale più grande e subiscono inevitabilmente - spiega Giafranco Terenzi presidente dell’unione artigiani - le turbative esterne'. Il peso maggiore, quello che fa la differenza è rappresentato, secondo il presidente degli artigiani, dalla peculiarità di una organizzazione flessibile presente nelle piccole e medie imprese. 'Abbiamo potenzialità ancora da scoprire - sostiene terenzi -, serviranno per allargare il mercato, un aiuto ulteriore arriverà del governo se allargherà le relazioni bilaterali e anche da un cambio di mentalità degli stessi operatori'. Di altro parere William Vagnini, associazione industriali, secondo il quale 'il nostro tessuto industriale fa parte di fatto di quello italiano con l’impresa che spesso ha sede a San Marino ma produce nel tessuto industriale limitrofo. Essere piccoli non è sinonimo di competitività, prosegue, a meno che non si operi in settori di nicchia, vincenti sono le aziende con grandi dimensioni che fanno scelte strategiche come avere in Repubblica una rappresentanza e sede sparse ovunque. Abbiamo, dice Vagnini, risorse economiche, professionali e territoriali scarse e da molto tempo il sistema paese risulta poco competitivo. E’ necessario rivedere alcuni parametri e pensare che piccolo vuol dire snello con poca burocrazia, ad iniziare da un fisco concorrenziale, velocità nell’essere presenti sul mercato e solo se il sistema paese diventa competitivo il futuro sarà positivo per le imprese'.

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