Pierre Carniti: figura di primo piano del sindacalismo e della politica italiana

Una intelligenza acuta, resa viva e tradotta in azione grazie ad una passione accesa, da molti definita controversa, nell'impulso ora a promuovere l'antagonismo in fabbrica, ora a sostenere dialogo e concertazione. Pierre Carniti, una vita di militanza sindacale, da segretario confederale metalmeccanici negli anni '60 e '70, da segretario generale CISL negli anni '80. Il sindacato, la politica: deputato europeo, fondatore del movimento dei cristiano-sociali, confluito poi nel PD, ma anche interprete puntuale del suo tempo, nell'analizzare gli effetti delle nuove dinamiche socio-economiche quando dice che “Globalizzare l'economia senza globalizzare la democrazia è un grave rischio”. Di lui molti ricordano la curiosa anomalia, dichiarata come un vanto, quello di essere cattolico senza aver mai votato per la DC. Spesso impopolare nella contingenza storica, ma apprezzato da tutti, perché sempre fermo nella fede ai valori di giustizia, dignità, solidarietà. Duro, ma aperto; votato all'obiettivo e all'idea, mai all'ideologia; coerente perché libero, tanto da dare dimissioni anticipate da segretario Cisl nell'85, quando sarà Franco Marini a prenderne il posto. E libero dai poteri voleva il sindacato, perché solo se libero poteva essere forte, organizzato, capace di interpretare le aspettative del popolo.

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