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Precari PA per l'ennesima volta presi in giro dal governo!

18 mag 2011
Ormai è un dato di fatto: al Governo nulla importa dei precari che mandano avanti la macchina pubblica, l’ospedale come le scuole, le poste come il tributario. È dimostrato dai fatti degli ultimi mesi: l’Esecutivo prima ha ignorato un accordo scritto che impegnava le parti già da settembre 2010 ad iniziare la trattativa, svilendo tra l’altro anche la propria immagine e credibilità; poi non ha dato alcun peso a tre giornate di partecipatissimi scioperi dei precari, nell’autunno scorso, in cui molto civilmente si è anche scelto di non mettere in crisi i servizi essenziali, garantendone in buona parte il funzionamento. Ma l’Esecutivo è riuscito a fare ancor di peggio; ha pensato di usare i precari come merce di scambio per mandare avanti il suo progetto di riforma della Pubblica amministrazione. Infatti, per sbloccare la trattativa sulla riforma PA, l’Esecutivo ha preso un impegno preciso, anche qui con la firma di un documento (tanto che importa; siamo solo un governo, la nostra firma non conta nulla…), che stabiliva di iniziare la trattativa sulla stabilizzazione parallelamente al confronto sul progetto di legge di riforma della PA. Risultato: riforma della Pubblica amministrazione in prima lettura al prossimo Consiglio, confronto sulla stabilizzazione negato. Questo è l’ennesimo schiaffo ai precari, a quelle fasce più deboli che invece di essere tutelate in un momento di forte crisi, vengono usate appunto come merce di scambio. Se un Governo non ascolta i propri cittadini; se presenta un progetto di legge dicendo che questo realizza chissà quali economie senza dimostrarlo, e parallelamente dice che non ci sono “quattro” soldi per stabilizzare lavoratori grazie ai quali da anni si risparmia; se dice di voler varare una legge di riforma tributaria da lacrime e sangue solo per i lavoratori dipendenti, senza prevedere nulla per altre categorie, fra cui tutti coloro che eludono il fisco; se pensa che alle categorie che non versano contributi nei fondi pensione vada fatta una “sanatoria” prevedendo che sia il bilancio dello stato a ripianare i loro conti; se succede tutto questo allora pensiamo ci sia un problema, cioè che questo tipo di Governo non rappresenta più tutto il paese, ma solo quella parte più forte economicamente e politicamente. Un Esecutivo che perde quella funzione di equilibrio fra le parti che compongono il paese schierandosi a favore di una parte sola, ci fa chiedere: questa è ancora democrazia?

FUPI-CSdL
Federazione Unitaria Pubblico Impiego

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