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Rifiuti: partono progetti di risparmio

4 giu 2013
Rifiuti: partono progetti di risparmioRifiuti: partono progetti di risparmio
Rifiuti: partono progetti di risparmio - L'utilizzo improprio dei cassonetti per i rifiuti fa salire vertiginosamente i costi di smaltimento.
Un uso più razionale dei cassonetti potrebbe far risparmiare oltre un milione di euro all'anno. A far salire i costi dello smaltimento sono i comportamenti scorretti, in barba alle regole vigenti in materia, di piccoli imprenditori, artigiani incaricati di piccoli lavori di manutenzione o addirittura alcune aziende. Tutto documentato nella immagini registrate dalle telecamere poste in alcune zone della Repubblica, le più a rischio. Per evitare di conferire il rifiuto speciale al Centro di San Giovanni, accollandosi quindi l'onere dello smaltimento, c'è chi attende la notte per svuotare gli scarti di lavorazione nei cassonetti destinati al rifiuto domestico o assimilabile. Nelle zone di confine poi, ad esempio alla Cerbaiola, si verifica spesso, semnore durante la notte, che a gettare rifiuti impropri nei cassonetti sammarinesi siano i titolari di aziende del circondario, per evitare di seguire la prassi prevista per legge e sostenere i costi dello smaltimento corretto. E al mattino gli addetti al servizio di raccolta ci trovano tubi, pannelli di cartongesso, pneumatici, pezzi di mobile e altro ancora. Secondo un'indagine, condotta dall'Azienda dei Servizi, almeno il 30 per cento del rifiuto depositato nei cassonetti è di tipo improprio. Il che significa che solo evitando comportamenti scorretti, il costo del conferimento in discarica scenderebbe immediatamente di quasi 800 mila euro all'anno, sui 2 milioni e 600 mila del totale. Ma non basta. Un grosso risparmio ulteriore si potrebbe averlo intercettando la cosiddetta “frazione umida”, quel rifiuto cioè che proviene dalla lavorazione e il consumo degli alimenti. Anche qui, sempre secondo le stime dell'AASS, si potrebbe risparmiare un altro 30%, portando il contenimento complessivo della spesa ad oltre 1 milione di euro all'anno. Per questo si pensa di lavorare sui ristoranti, le mense aziendali, quelle scolastiche e tutti i luoghi dove si produce frazione umida”, pensando anche, perché no, ad una raccolta porta a porta e all'introduzione di pratiche che favoriscano la consegna ai clienti di quanto non hanno consumato a tavola, vino compreso. Una buona abitudine che si sta facendo strada in molte realtà, per evitare ogni forma di spreco e per non appesantire ulteriormente la fase di smaltimento del rifiuto. Pronti due progetti che potrebbero partire a breve, il primo nel castello di Borgo Maggiore, il secondo in quello di Domagnano.

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