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Rimini fa i conti con le nuove dinamiche del lavoro

4 nov 2011
Rimini fa i conti con le nuove dinamiche del lavoro
Rimini fa i conti con le nuove dinamiche del lavoro
Il saldo dei primi nove mesi dell’anno non è negativo, ma in autunno Rimini ha registrato una frenata nelle nuove assunzioni. Per molti di coloro che a gennaio avevano trovato lavoro, a settembre sono arrivate amare sorprese: oltre la metà di loro ha ricevuto una lettera di licenziamento. I dati Centro studi Politiche del lavoro rivelano che a garantire occupazione nel riminese sono, in larga misura, alberghi, ristoranti e pubblici esercizi, che assorbono quasi la metà dei nuovi assunti. Nei cosiddetti "altri servizi" hanno trovato lavoro circa 6mila e 800 persone, il 31,6%, mentre le imprese commerciali si fermano al 7,9%. L’industria ha garantito il 4,7% degli avviamenti al lavoro, le imprese edili il 3,7. Fanalino di coda agricoltura e pesca, che insieme hanno occupato il 2,3% dei nuovi assunti. In crescita l’avviamento al lavoro di cittadini stranieri, in calo quello di italiani. Contratti a tempo indeterminato solo per il 9 per cento dei lavoratori assunti, il restante 54,4% ha contratti a scadenza e il 21 per cento ha trovato lavoro intermittente o a chiamata. Il 6,3% è stato assunto come apprendista. Nel riminese sono 19mila i titolari di contratti atipici. Per l’assessore provinciale al Lavoro, Meris Soldati, ci sono criticità che vanno valutate con estrema attenzione. In primo luogo la battuta di arresto negli avviamenti al lavoro, poi la precarizzazione del mercato del lavoro, con l’incremento di contratti intermittenti e a chiamata. Infine il rallentamento dell’occupazione giovanile, in particolare nell’ultimo trimestre. Un campanello d’allarme da cogliere per tempo. “La buona occupazione – afferma l’assessore Soldati - deve essere una priorità per tutto il nostro sistema economico e sociale, con una particolare attenzione per i nostri giovani”. Temi che entreranno nel documento che la Provincia di Rimini presenterà a categorie economiche e sindacati nella prossima riunione del tavolo sulla competitività e lo sviluppo.

s.b.

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