BANCHE

Rinnovo contratto bancari, ultimatum dei sindacati: "Mobilitazione se non si aprirà la trattativa a breve"

Sono oltre 350 i dipendenti che attendono il rinnovo da 13 anni

Un contratto scaduto da 13 anni e, nel passato, richieste di "tagli" agli stipendi dei lavoratori del settore bancario: i sindacati non ci stanno e tornano alla carica chiedendo il rinnovo urgente del contratto collettivo. Una delle ultime novità è l'incontro il 30 novembre tra le Federazioni servizi di Csdl, Cdls e Usl e, dall'altra parte, Associazione bancaria sammarinese e Anis.

Sono oltre 350 i dipendenti che attendono il rinnovo e le cui retribuzioni, sottolineano i sindacati, “non hanno avuto alcun tipo di rivalutazione rispetto all'inflazione”. I rappresentanti dei lavoratori ricordano, in una nota, i vari tentativi di rinnovo passati, parlando di una “richiesta di tagliare le retribuzioni con percentuali inaccettabili e offensive per impegno, professionalità e responsabilità degli addetti” del settore. Tagli “richiesti da Abs e Anis – puntualizzano le sigle sindacali – tanto più inaccettabili” se si tiene conto dei rischi che un dipendente si trova ad affrontare lavorando negli istituti bancari, sia dal punto di vista delle possibili sanzioni legate alla vigilanza e alle leggi sia dal lato penale.

Csdl, Cdls e Usl non risparmiano forti critiche ai vertici del comparto bancario. Negli ultimi 13 anni "milioni di euro sperperati dai vari Cda in stipendi e consulenze di ogni tipo – attaccano i sindacati – spesso si sono dimostrate di valore e caratura inversamente proporzionale ai troppi soldi spesi”. Tra gli obiettivi delle organizzazioni sindacali: smarcare gli aspetti più complessi della trattativa prima delle festività. Quindi l'ultimatum. Dopo l'assemblea con tutti i dipendenti del 4 dicembre, i sindacati chiedono l'avvio delle contrattazioni già dalla prossima settimana. Senza “risposte concrete e celeri”, avvisano, “si valuteranno le iniziative di mobilitazione più opportune”.

Per Stephane Colombari, segretario Fucs Csdl, si tratta di una questione di “dignità”. “La controparte non può temporeggiare. Speriamo che il paradigma dei tagli sia finito”, afferma. “Non è da Paese occidentale lasciare un contratto di un settore strategico scaduto”, aggiunge Gianluigi Giardinieri, vice segretario generale Cdls con delega per le banche. Specie dopo che in Italia, fa notare, si è andati verso una riduzione dell'orario e un aumento dello stipendio. “Nell'ottica del percorso verso l'Ue e con il monitoraggio dell'FMI – dice Marco Santolini, segretario Federazione servizi e commercio Usl - è bene che San Marino si presenti con un contratto del settore bancario rinnovato”.

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