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San Marino centro di un triangolo della moda: l'idea di Baldanza della McKinsey

27 giu 2007
San Marino sede delle grandi firme della moda. L’idea è accattivante, e qualcuno ci aveva già pensato, se non fosse che, attualmente, le licenze commerciali sono in mano a sammarinesi, almeno al 51%. E allora si poteva pensare ad aziende di abbigliamento, che producono, fanno produrre e vendono. Ma non è un momento felice per il settore: in Repubblica le aziende di questo tipo sono meno di 20 ed occupano poco più di 300 dipendenti.
“La carta vincente è la catena di distribuzione – spiega Carlo Giorgi, segretario dell’Assoindustria – e l’esempio di Zara è eclatante”. Zara è il celebre marchio spagnolo di abbigliamento a basso costo: nasce in Spagna nel 1960 ed oggi conta almeno duemila negozi monomarca in tutto il mondo. “Il settore abbigliamento è emigrato dove la produzione costa meno – continua Giorgi – ossia in Cina, Bangladesh, Romania. In Europa le grandi aziende mantengono la “testa” della loro impresa, con l’ideazione del campionario e parte della produzione in loco. Per San Marino bisognerebbe studiare un concetto di vendita e commercializzazione di prodotti innovativi, con outlet e spacci aziendali”.
In Repubblica all’Outlet si trovano griffe di moda e il fenomeno sembra aver attecchito anche qui: i factory nascono negli Stati Uniti alla fine degli anni ’70 e negli anni ’80 divengono un successo in tutto il territorio statunitense. Molto male invece, il settore calzaturiero: con la chiusura della Sandel di Della Valle, lo scorso febbraio, il comparto calzaturiero in Repubblica è praticamente azzerato.

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