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Il settore servizi quello dove l'occupazione è maggiore

2 lug 2016
Il settore servizi quello dove l'occupazione è maggiore
Il settore servizi quello dove l'occupazione è maggiore - Ci lavora quasi il 53% dei capifamiglia sammarinesi
L'indagine statistica sulla società sammarinese ci consegna una fotografia della famiglia tipo che in qualche modo corregge alcune convinzioni che sembravano granitiche: la prima è che non il manifatturiero bensì il settore dei servizi è quello che oggi offre maggiori opportunità di occupazione: infatti il 52,8% dei capi famiglia lavora nel settore dei servizi. Una percentuale che sale ulteriormente, fino al 65,9% nel caso del coniuge. Il manifatturiero si colloca in seconda posizione, con il 26,5% dei capi famiglia e il 16,3% dei coniugi. Ma a far riflettere di più deve essere soprattutto il dato della percentuale di capifamiglia che il lavoro lo hanno perso o lo stanno cercando. Sono il 4%, in aumento rispetto all'anno precedente, quando erano il 3,5%. Ma chi è il capofamiglia sammarinese? Nella stragrande maggioranza dei casi è maschio (86,2%) solo in minima percentuale, il 13,8, è femmina. Ha fra i 31 e 40 anni, è in larga misura in possesso di un diploma di scuola media superiore, mentre il 25% è laureato. Stesse percentuali, più o meno, per il coniuge, diplomato nel 49,2% dei casi, laureato nel 29,5. In genere la famiglia sammarinese ha figli, in media 2, anche se quelle senza prole sono oltre il 48 per cento. Stando ai dati, sarebbe in costante miglioramento il clima di fiducia della famiglia, o almeno sta diminuendo quello si sfiducia. Considerazioni dettate da una maggiore propensione alla spesa e al risparmio. La maggior parte delle famiglie sammarinesi, poi, ha dichiarato di ritrovarsi in una situazione economica “stazionaria”, mentre una quota piuttosto contenuta, il 7,2% ammette di aver registrato un miglioramento, e l'1,4% considera le sue condizioni economiche molto migliorate. In calo chi considera molto peggiorata la sua situazione, mentre c'è chi ha invece sofferto un sensibile peggioramento, quasi il 28%, percentuale più o meno stabile rispetto all'anno precedente.

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