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Sindacati divisi: il commento di Beccari (CDLS) e Ghiotti (CSDL)

18 apr 2006
Sindacati divisi: il commento di Beccari (CDLS) e Ghiotti (CSDL)
'E’ una prassi consolidata dal 1998, ossia dal blocco delle assunzioni che la PA va avanti a colpi di delibere'. E’ questo il primo commento di Marco Beccari, segretario Cdls, sulla delibera che permette a 46 persone di entrare nel pubblico impiego con il contratto privatistico e 'criticata, come altre, proprio da chi - prosegue - le ha qualche volta sottoscritte e qualche volta condannate. Noi - dice il segretario - non abbiamo mai fatto differenze, ne mai scelto i dipendenti in base alle simpatie politiche o sindacali e o praticato battaglie di retroguardia, abbiamo sempre cercato di uniformare i trattamenti per migliorare le condizioni dei dipendenti. Restaòpero chiaro che è inderogabile arrivare al completamento della riforma per riportare nella norma il suo funzionamento'. Tornando all’accordo Beccari risponde alla Csdl, specificando che non scavalca né pregiudica le condizioni di chi attualmente è già inserito nel privatistico e sottolineando che, nell’attuale delicata fase politica, è necessario fare molta attenzione ai polveroni che vengono sollevati ad arte e spesso con ipocrisia. Di ben altro avviso Giovanni Ghiotti che prima di tutto puntualizza: 'La proposta è stata discussa in tutti gli organismi della Csdl e non abbiamo mai riscontrato le condizioni per firmare. Alla vigilia elettorale - prosegue - non si può dare corso ad assunzioni di questo tipo, che bloccheranno anche la mobilità interna e quindi i diritti di chi, già nella Pa, avrebbe potuto usufruirne. Ma non basta - prosegue - i casi di disagio sociale e di salute, con diritto ad entrare anche in base alla normativa, sono stati usati come traino per quelli che invece non avevano nessun titolo'. Infine una battuta sulla divaricazione tra confederazioni.: 'Non è positiva e non favorisce il recupero dei rapporti unitari, già critici su alcune questioni. Prima o poi - conclude - si dovrà verificare il concetto di unità per capire a che punto siamo, fermo restando l’autonomia di ogni organizzazione'.

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