I sindacati riminesi chiedono azioni immediate per aiutare imprese e lavoratori

La situazione economica del territorio si rivela sempre più drammatica: 758 imprese hanno chiuso i battenti in appena un anno. Aziende operative in vari settori, aggredite dalla crisi economica, dal calo dei consumi, da una situazione congiunturale sempre più preoccupante. Lo rivelano le tre organizzazioni sindacali riminesi, che in una nota congiunta, firmata anche dall'associazione dei costruttori edili, ricordano il massiccio ricorso alla cassa integrazione, 4 milioni e mezzo di ore nei soli primi sei mesi dell'anno, e il fallimento di 50 aziende da gennaio ad oggi. Chiedono risposte eccezionali e invitano a ripartire dai pilastri che hanno caratterizzato da sempre la provincia riminese: turismo e industria. Invocano incentivi per favorire le ristrutturazioni di alberghi e strutture dell'ospitalità in genere, ma anche la riorganizzazione del centro storico e del lungomare. A pagare il prezzo più alto della crisi è soprattutto il settore immobiliare e le imprese edili riminesi sono diminuite di 80 unità nell'ultimo anno, perdendo qualcosa come 500 posti di lavoro e diminuendo del 22% le ore lavorate. Nel comunicato congiunto, sindacati e costruttori chiedono che con gli appalti pubblici si facciano lavorare le imprese locali. Aziende che hanno una reputazione consolidata negli anni, e questo – aggiungono – sarebbe anche un ottimo strumento per contrastare eventuali infiltrazioni.

Sergio Barducci

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