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Sottoscritto il finanziamento tra Stato e Fondazione Cassa di Risparmio

28 ago 2012
Sottoscritto il finanziamento tra Stato e Fondazione Cassa di RisparmioSottoscritto il finanziamento tra Stato e Fondazione Cassa di Risparmio
Sottoscritto il finanziamento tra Stato e Fondazione Cassa di Risparmio - Presenti i Sindaci di Governo e il Segretario di Stato alle finanze. L’assemblea della banca ha deli...
La richiesta risale a febbraio 2010. Per le perdite causate dalla vicenda Delta, l’assemblea della Fondazione aveva manifestato la necessità di un aumento di capitale. Due anni e mezzo dopo, quel progetto diventa realtà. Lo Stato assicura 60 milioni di euro in due tranche da 30, la prima il 7 settembre, la seconda entro l’anno. Durata del finanziamento 7 anni. Lo Stato potrà chiedere il rientro entro 5 anni, la Fondazione può iniziare a rimborsare dopo 3. Il tasso di interesse applicato è pari a quello stabilito dalla BCE. A garanzia dello Stato tutte le azioni detenute dalla Fondazione, insieme alla Presidenza di Cassa di Risparmio e alla nomina di 1 o 3 membri del Consiglio d’Amministrazione. L’Assemblea della Banca ha deliberato l’aumento di capitale: 80 milioni di euro – 70 arrivano dalla Fondazione, 10 dalla Sums. Il prezzo di ogni singola azione è di 23 euro, calcolato sul capitale sociale della Cassa, pari a 128 milioni e non sul patrimonio che è di 149milioni 451mila euro. La Fondazione detiene il 95,64% delle azioni ma non è più l’unico socio. Alla Sums va il 4,36% del pacchetto azionario. Percorso finito? No, risponde Tito Masi, ma si tratta di un passo significativo. Adesso partirà la seconda fase, con l’emissione del prestito obbligazionario - per altri 70 milioni di euro - che deve ottenere il via libera da Banca Centrale. Dopo 2 anni le obbligazioni saranno convertite in azioni che, anticipa Clelio Galassi, i 1.200 soci della Sums potrebbero sottoscrivere. Cercheremo di individuare nuovi soci, istituzionali e bancari, assicura Masi. Investimenti esterni saranno possibili una volta normalizzato il rapporto con l’Italia e quando il piano Delta sarà omologato. Fra qualche mese Intesa rileverà 16 Banca e dal gruppo dovrebbero arrivare 1 miliardo e mezzo di euro, assicurando a Cassa di Risparmio che conta già 2 miliardi di raccolta globale, la più alta della Repubblica, un altissimo valore di liquidità e, sottolinea Masi, una grande capacità di investimento. Tra i problemi che restano aperti, il procedimento penale ancora da affrontare ma, rimarca il Presidente della Cassa Pietro Giacomini, ci stiamo lasciando le difficoltà alle spalle. Fondamentale però, ripetono all’unisono, che il 51% della banca rimanga nelle mani dei sammarinesi. Perderla, affermano, sarebbe disastroso e irresponsabile. Un appello in linea con il Consiglio Grande e Generale e con la legge sammarinese che, per questo, attribuisce all’Aula la nomina del Presidente della Fondazione. Insomma niente scorciatoie anche se, dicono, sarebbe facile trovare investitori esteri con più soldi a disposizione. Ma se Cassa di Risparmio dovesse avere problemi per salvaguardare il coefficiente di solvibilità, una eventuale svalutazione richiederebbe l’intervento di Banca Centrale. Si riuscirà a fare fronte comune? La Banca ha messo da parte 500 milioni per far fronte alla vicenda Delta, replica Masi. Si tratta di accantonamenti e svalutazioni, non ancora di perdite. Banca Centrale deve vigilare ma anche salvaguardare il sistema. Qualche tensione c’è stata, conclude, ma i rapporti sono buoni e soprattutto il dialogo è aperto. Nessuna conferma invece, sulle scelte politiche future di Masi. A settembre scade il suo mandato alla guida della Fondazione. Una manciata di giorni dopo si devono presentare le liste elettorali. “Ci sono approfondimenti in corso, si limita a rispondere. Ma adesso devo occuparmi di Cassa di Risparmio”.
Nel video l'intervista a Tito Masi, presidente fondazione San Marino.

Sonia Tura

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