Tito Masi il giorno dopo il CdA della Fondazione San Marino

Tito Masi il giorno dopo il CdA della Fondazione San Marino.
“Siamo azionisti della Cassa di Risparmio e intendiamo svolgere il nostro ruolo di indirizzo ma anche di verifica e controllo sull’operato”. E’ subito chiaro Tito Masi nel tracciare le linee che segneranno il suo mandato. Confermato l’impegno di volano culturale, la Fondazione intende però dedicare grande attenzione all’ammodernamento del Paese. Si guarda al campo della ricerca e dell’innovazione. Il progetto del Parco Scientifico e Tecnologico è ritenuto importante e potrebbe vedere il sostegno convinto della Fondazione. “Abbiamo intenzione – spiega Tito Masi – di dare un nostro contributo al percorso per uscire dalla crisi economica, per disegnare il nuovo futuro di questo Paese”. La volontà è quella di dare partecipare alla individuazione dei driver dello sviluppo. Importante l’appuntamento di novembre con il Forum Ambrosetti, per valutare le indicazioni della ricerca. Ma il CdA della Fondazione si è concentrato soprattutto sulla vicenda Delta per la quale esprime perplessità e chiede approfondimenti specifici. Quella scelta di investire all’estero è stata condivisa, ma alcuni passaggi non convincono, come l’entità delle risorse impiegate e la concentrazione su un unico partner. Insomma l’operazione Delta non è stata gradita fino in fondo. Eccessiva l’esposizione finanziaria, come pure la concentrazione del rischio. Intanto la trattativa per la cessione delle quote prosegue, si aspetta l’offerta di Banca Intesa per decidere, ma si sondano altre possibilità. “Entro l’anno - afferma Masi - si arriverà ad una conclusione soddisfacente e dai primi del 2010 riteniamo di poter considerare alle spalle la bufera che ha attraversato la Cassa di Risparmio”.

Sergio Barducci

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