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Un regolamento Ue preoccupa l'imprenditoria sammarinese che teme una grossa crisi di vendite

San Marino è considerato paese terzo è potrebbe avere problemi nelle esportazioni, nel settore legno. Intervista a Franco Capicchioni, direttivo Anis,

di Luca Salvatori
23 giu 2025
L'intervista a Franco Capicchioni
L'intervista a Franco Capicchioni

L'imprenditoria sammarinese è seriamente  preoccupata da una sorta di 'spada di damocle'  Il nodo del contendere è il regolamento dell'Ue che, nell'ambito della strategia sulla biodiversità fino al 2030, mira a ridurre al minimo la deforestazione associata alle materie prime agricole importate nell'Unione europea. Tra i diversi settori su cui impatterà, a partire dal 1° gennaio 2026, c'è anche il legno che nell'imprenditoria sammarinese ha una notevole incidenza, sia in termini di fatturato che di posti di lavoro. “Le operazioni di interscambio tra San Marino e un qualunque altro paese dell'Unione Europea – afferma l'imprenditore Franco Capicchioni, membro del Direttivo Anis – sono considerate di tipo extracomunitario. E quindi i nostri clienti sono considerati primi importatori in Europa e sono soggetti ad una serie di adempimenti e assunzioni di responsabilità che, se comprassero da fornitori Ue, non avrebbero”.

Come evitare questo svantaggio competitivo?

“Abbiamo coinvolto già da tempo – risponde Capicchioni – la Segreteria agli Esteri affinché si trovi un accordo con l'Ue, così da poter superare questa difficoltà”

Qualora non si risolvesse questo problema, che scenario si prospetta dal 1° gennaio 2026?

“Secondo me – dichiara Capicchioni – una grossa crisi di vendite verso l'Italia e gli altri paesi dell'Unione”.

La firma dell'Accordo di Associazione con l'Ue potrebbe ovviare questo problema?

“Non ne siamo certi – precisa Capicchioni – ma in linea di principio, sì. Dipenderà dai tempi di applicazione che seguiranno la firma dell'Accordo e non è detto che tutti i vari tasselli che devono essere messi in fila siano fatti nell'immediatezza. Probabilmente ci vorranno accordi specifici”. In caso contrario il pericolo, fondato, è che le imprese sammarinesi del legno e della filiera affine, si vedano costrette a delocalizzare in Italia o comunque in un paese Ue.





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