Usl: nuova e decisa presa di posizione contro la legge sulla rappresentatività

Un provvedimento, promosso dalla segreteria al Lavoro e fortemente sostenuto da Anis e Csu, pensato – sostiene l'Usl – al solo scopo di farci scomparire, CSdL e CDLS non ci sono riuscite per via giudiziaria, attraverso i ricorsi poi rigettati dalla magistratura, ora ci riprovano con la via legislativa”. Il terzo sindacato torna a stigmatizzare i contenuti del progetto di legge sulla rappresentatività e passa ad illustrare i suoi numeri, certificati dall'Iss, che indicano un trend in costante crescita degli iscritti, toccando quota 20,57% nel 2014: segno – dice Biordi – che abbiamo trovato un terreno fertile tra i lavoratori, ma questo dà fastidio, e ora la volontà è di introdurre barriere alla costituzione delle nuove organizzazioni e restringere il diritto di associazione sindacale. Deprecabile viene definita inoltre la decisione di introdurre un'ulteriore quota – detta associativa e rigidamente prefissata - per potersi iscrivere ai sindacati e che va ad aggiungersi alla già prevista quota volontaria dello 0,40%. “Ma a quale titolo – chiede Pancrazio Raimondo - lo Stato impone quanto deve costare una tessera?” Tutte ragioni insomma che spingono l'Usl a non stare con le mani in mano e a questo punto fare il possibile per frenare l'iter della legge, se non subito nella prossima seduta consiliare, almeno tra il passaggio in commissione e la seconda lettura. Già annunciata però l'intenzione di impugnare questo tipo di riforma in sede di Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Nel video l'intervista a Francesco Biordi, segretario generale Usl.

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