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Usot, Sartini agli associati: “Il governo non ci ascolta; debito per finanziare infrastrutture”

Il presidente degli operatori turistici, in una relazione, elenca problematiche e prospettive del settore

4 mag 2022
Luigi Sartini, presidente Usot
Luigi Sartini, presidente Usot

Il settore del turismo è stato il più penalizzato dalla pandemia. Parte da questo assunto Luigi Sartini, presidente Usot nel suo intervento all'assemblea degli associati, le cui capacità imprenditoriali sono state messe a dura prova anche a causa di interventi statali “davvero marginali”; “briciole”, le definisce Sartini. Ed ora che il peggio pare alle spalle, la guerra in Ucraina e le sue conseguenze sui costi di energia e materie prime, offuscano nuovamente il domani. Aumenti che erodono anche il potere d'acquisto delle famiglie.

“Decisamente deludenti – prosegue Sartini – i rapporti con l’Esecutivo” che non ha preso in considerazione la richiesta di un tavolo di confronto su iniziative di medio e lungo periodo “che possano alzare la qualità e l’offerta” del settore turistico e commerciale. Ed invece “non siamo stati minimamente consultati per la definizione del calendario eventi 2022”. “È vitale – incalza Usot – la realizzazione di infrastrutture strategiche per il turismo, indispensabili per destagionalizzare ed aumentare i flussi turistici che stazionano sul territorio anche qualche giorno generando una qualità ed un volume di spesa estremamente più rilevante”. E lo si dovrebbe fare, si legge nella relazione, tramite il “debito buono”, quello che serve per realizzare investimenti. Ed invece i soldi recuperati sul mercato finanziario “son stati destinati unicamente all’ennesimo salvataggio di Cassa di Risparmio ed al mantenimento della spesa corrente del Bilancio dello Stato che continua a crescere”.

Sartini ammette la poco condivisione anche fra le cinque associazioni datoriali che dovrebbero invece “lavorare in modo più coeso”. Associazioni, aggiunge, “con eccessivi individualismi e personalismi, troppo concentrate sul loro settore di appartenenza”. Mentre con Osla si è dato vita a “Coe”, una nuova confederazione, per dare maggiore forza alle proposte.

Attenzione, infine, sulla mancanza di dipendenti, soprattutto qualificati. Oltre alla proposta di creare un Istituto superiore economico/turistico, il presidente Usot si concentra sul “mantenimento di misure protezionistiche del mercato del lavoro” che, assieme a una bassa disoccupazione interna e a una pubblica amministrazione “pachidermica ed iper-burocratizzata” porta a costi operativi, incertezza e minore appetibilità del nostro sistema economico. Non demonizza invece la tassa di soggiorno, ma solo come atto finale di un provvedimento che disciplini il completo ammodernamento del settore ricettivo. E solo se il gettito dell’imposta sarà destinato a finanziare interventi in materia di turismo e promozione del Paese.




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