Voluntary bis, un flop annunciato secondo il Sole 24 Ore, 'scarseggiano richieste ed adesioni'

Per le domande c'è tempo fino 31 luglio ma sono finora deludenti i risultati ottenuti dalla seconda edizione della voluntary disclosure. A rischio l'obiettivo di 1,6 miliardi,  gettito che era previsto arrivasse nella casse pubbliche italiane grazie a questo decreto fiscale in grado di consentire di auto dichiarare capitali detenuti all'estero in cambio di una riduzione delle sanzioni e di alcune esenzioni penali. Con un sondaggio tra i professionisti il Sole 24 Ore ha tentato di capire le ragioni della mancanza di appeal della Voluntary bis, definita 'flop annunciato': tra gli intervistati il grado di adesione alla procedura è finora risultato essere basso, per motivi vari che possono essere sintetizzati in problemi di costi elevati e procedure complesse. Ma dietro a richieste e adesioni che scarseggiano c'è sicuramente anche il fatto che le banche dei paesi collaborativi, effettuando le verifiche necessarie per alimentare lo scambio automatico di informazioni, hanno una quadro chiaro del fatto che i clienti residenti in Italia si avvalgono di una fiduciaria o compilano il quadro RW; mentre nella prima edizione i clienti italiani sono stati obbligati dalle banche estere a regolarizzare la posizione. Insomma la fuga del nero è diventata più complicata, come si vede dalla tabella che mette in fila 17 paesi , tra cui la Repubblica di San Marino, selezionati tra i 111 delle liste Ocse: quelli che fino a pochi anni fa erano approdo sicuro per gli amanti del segreto bancario,  tra 15 mesi -una volta chiusa la finestra della Voluntary- dovranno svelare al fisco italiano nomi e capitali dei 'non pentiti'.

SB

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