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15mila euro dalla Provincia di Rimini per favorire il lavoro femminile

Giulia Corazzi: "Un piccolo semino che piantiamo oggi per il futuro del territorio". Riziero Santi: "A farne le spese, in tempi di Covid ed emergenza lavorativa sono le donne". Domande entro il 15 maggio

di Luca Salvatori
13 apr 2021
Nel video l'intervista a Giulia Corazzi, Consigliera delegata alle Pari Opportunità della Provincia di Rimini
Nel video l'intervista a Giulia Corazzi, Consigliera delegata alle Pari Opportunità della Provincia di Rimini

La Provincia di Rimini premia le imprese che, in tempo di pandemia, attuano il cosiddetto “welfare aziendale” a sostegno del lavoro femminile. Oltre 15mila euro a favore di quelle imprese che nel 2021 hanno attuato o attueranno misure per sostenere l'occupazione femminile in questo periodo di emergenza sanitaria. Il bando è scaricabile dal sito della Provincia e le domande devono essere inoltrate entro il 15 maggio. Verrà definita una graduatoria con un punteggio e avranno priorità le piccole attività con alta percentuale di occupazione femminile, quelle ubicate in Valmarecchia o Valconca e quelle che hanno preso parte al progetto “Lavoro! Libere tutte”: “Un piccolo semino – dichiara Giulia Corazzi, Consigliera delegata alle Pari Opportunità – che piantiamo oggi per il futuro di questo territorio.




La provincia mette in palio contributi a fondo perduto per le aziende del nostro territorio che hanno interesse a promuovere, alimentare, integrare i temi legati alla conciliazione del lavoro femminile. Oltre a questo anche la possibilità di assumere donne che escono da percorsi di violenza”. Pari opportunità e politiche di genere sono funzioni attribuite alla Provincia e il Presidente Riziero Santi sta già pensando anche ad altri interventi di sostegno al lavoro femminile: “A farne le spese, in tempi di Covid ed emergenza lavorativa – osserva Santi – sono le donne, in primo luogo. Con questo bando cerchiamo di collaborare con le imprese in modo tale che si dotino degli strumenti necessari per far sì che la donna possa lavorare in maniera professionale e pro-attiva, potendo gestire al tempo stesse tutte quelle contraddizioni che tuttora ci sono tra il lavoro, l'essere donna e l'essere donna in famiglia”.





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