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Alpini: non si placano le polemiche sui casi di molestie

10 mag 2022

Alcune delle centinaia di vittime delle molestie sessuali ricevute lo scorso fine settimana a Rimini, in occasione dell'adunata degli alpini, sono pronte a presentare una querela contro ignoti alle forze dell'ordine: Non Una di Meno, il gruppo che ha raccolto e diffuso le segnalazioni, sta lavorando con il proprio team legale. La vicenda continua a suscitare polemiche e aumentano le segnalazioni di episodi: fischi, battute pesanti, attenzioni non richieste con qualcuno che è anche arrivato ad allungare le mani. Anche il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che domenica ha partecipato alle iniziative, ha preso le distanze. "I comportamenti raccontati da alcune donne - ha detto - sono gravissimi. Episodi che certamente andranno accertati dagli organi competenti, ma che non possono e non devono essere sottovalutati. Episodi, voglio ribadirlo con forza, che sarebbero all'opposto dei valori degli Alpini e di una manifestazione che è celebrazione di solidarietà, principi e bellissime tradizioni. È sbagliato fare generalizzazioni, ma allo stesso tempo non ci deve essere nessuna tolleranza: le molestie e le violenze non devono mai e in nessun caso trovare alcuna giustificazione e vanno condannate senza esitazioni".

L'Associazione nazionale alpini ha respinto le accuse. "E' chiaro che se ci sono denunce circoscritte e circostanziate prenderemo provvedimenti, ma al momento non ne risultano", ha detto il presidente dell'Ana Sebastiano Favero. Molte delle vittime di molestie, tuttavia, non denunceranno, anche perché nella legge italiana spesso non è semplice configurare reati nei comportamenti denunciati a Rimini, come il catcalling, ovvero le molestie sessuali 'di strada', per il quale, ad esempio, in Francia, c'è una specifica legge che lo punisce. A prendere le loro difese è stata la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein. "Le segnalazioni che sono arrivate dall'adunata degli alpini di Rimini - ha detto - devono essere prese sul serio anche quando non prendono la forma di una denuncia alle forze dell'ordine; spesso le donne non denunciano perché temono di non essere credute. Chi ha segnalato ha bisogno del supporto delle istituzioni. Non si tratta di episodi di maleducazione o di ubriachezza: queste sono molestie. E troppo poco si è capito che il problema è molto più profondo, è anche culturale".

Rimini, intanto, fa i conti dopo la tre giorni che ha riempito il lungomare di penne nere: secondo uno studio dell'Osservatorio regionale del turismo, l'adunata ha generato un indotto di 168 milioni, ovvero una gigantesca boccata d'ossigeno per un settore che ha sofferto più di altri dopo due anni di restrizioni dovute alla pandemia. Dopo quattro giorni di polemiche, il sindaco Jamil Sadegholvaad ha fatto sentire la propria voce, invitando a non sottovalutare, ma anche a non generalizzare. Ma ci sono state anche delle voci fuori dal coro, come ad esempio la Conferenza delle donne del Pd riminese che si è schierata in difesa degli alpini. "Intendiamo dissociarci da toni accusatori, tesi a incrementare un clima di polemica generalista e qualunquista, che getta un inaccettabile discredito verso un Corpo dal valore riconosciuto e indiscusso del nostro Esercito. E' imprescindibile che le vittime di eventuali violenze provvedano a esporre querela verso fatti che le abbiano viste coinvolte".






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