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Anziani maltrattati e poco cibo nel Riminese, due arresti

13 dic 2018
Conferenza dei Nas
Conferenza dei Nas
Anziani non autosufficienti, ospitati in condizioni igieniche precarie. E poi eccessiva sedazione, pasti inadeguati, somministrazione di farmaci scaduti, carenza organizzativa e di personale.

È quanto emerso da una operazione condotta, nella prima mattinata, dai Carabinieri del Nas in una struttura ricettiva Mondaino, nel riminese. Operazione che ha portato all'esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e una ai domiciliari. Oltre al sequestro della stessa struttura. Al momento del 'blitz', compiuto dai militari, nella casa di riposo 'La Collina' c'erano 36 anziani non autosufficienti, ospitati in condizioni igieniche precarie e assistiti da solo due operatori. Gli uomini dell'Arma hanno perquisito la struttura e notificato a 6 dei 7 soggetti indagati l'ordinanza firmata dal Gip di Rimini, Vinicio Cantarini - su richiesta del Pm, Paolo Gengarelli - per i reati di maltrattamenti fisici e abbandono di incapaci. In carcere è finita la titolare della struttura, la 57enne Maria Luisa Bulli mentre un infermiere, Riccardo Bruno, 56enne foggiano è stato posto agli arresti domiciliari. Altri cinque operatori socio-sanitari sono stati colpiti dall'ordine di presentazione alla Autorità Giudiziaria.

L'indagine è partita da una segnalazione dell'Ausl ai Nas, presentata lo scorso giugno dopo un sopralluogo compiuto dagli ispettori sanitari. Da giugno ad oggi i Carabinieri con una classica indagine fondata sulla raccolta di informazioni e testimonianze oltre a intercettazioni telefoniche hanno scoperto come lavorasse la struttura definita da uno degli indagati come "un lager". Andando a ritroso nel tempo, i militari hanno appurato come 50 anziani ospitati nella struttura, nell'ultimo anno e mezzo, avessero fatto ricorso al pronto soccorso per lesioni causate da cadute accidentali.

L'eccessiva sedazione dei pazienti, i pasti inadeguati, la somministrazione di farmaci scaduti, la carenza igienica, organizzativa e di personale hanno portato al sequestro preventivo della struttura. La titolare, nel 2001 era già stata indagata e finita a processo per lo stesso reato nella stessa struttura all'epoca intestata alla madre.

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