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Assolti da violenza sessuale, corteo 'in rosso' a Ravenna

19 feb 2022
@CasadelledonneRavenna
@CasadelledonneRavenna

Circa cento persone, quasi tutte indossando qualcosa di rosso, hanno partecipato in mattinata a Ravenna al corteo organizzato da una dozzina di associazioni a sostegno delle donne e contro la violenza di genere per "manifestare indignazione" in merito alla recente sentenza di assoluzione di due giovani accusati di violenza sessuale di gruppo su una 18enne ubriaca. Il corteo è partito verso le 10 dalla centralissima piazza del Popolo per arrivare fin sulla pista ciclabile davanti al palazzo di giustizia.
Diversi dei partecipanti hanno esibito cartelli con messaggi del tipo "Solo sì è sì", "y la culpa no era mia ni donde estaba ni como vestia", "il sesso senza consenso è stupro: lo dice la Cassazione", "perché non ho denunciato: perché oltre a subire una violenza non volevo subire anche un processo". In merito alla vicenda che ha fin qui alimentato molte polemiche, i due imputati erano accusati il primo di avere avuto con la 18enne ubriaca il rapporto in un appartamento di Ravenna e l'altro di avere incitato e di avere filmato tutto con il cellulare.
I due - un 30enne di origine romena e un 31enne di origine senegalese - sono stati assolti dal collegio penale del Tribunale della città romagnola "perché il fatto non costituisce reato". La Procura aveva chiesto nove anni di reclusione a testa.
La vicenda risale alla notte tra il 5 e il 6 ottobre del 2017 quando la giovane, dopo avere bevuto diversi alcolici in un locale, era stata portata a spalla fino a un appartamento del centro là dove per l'accusa era stata messa sotto alla doccia e aveva poi subìto gli abusi su un divanetto. I video di quei momenti, in seguito alla denuncia, erano stati sequestrati dalla polizia e i due ragazzi erano stati raggiunti da altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere. Ma già il Tribunale del Riesame di Bologna, sulla base anche dell'interpretazione dei filmati, li aveva scarcerati ritenendo che la giovane, sebbene "in uno stato di non piena lucidità", fosse "pienamente in grado di esprimere un valido consenso al rapporto sessuale" e lo avesse espresso. Si è ora in attesa delle motivazioni dell'assoluzione in seguito alle quali la Procura farà ricorso in appello.




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