Logo San Marino RTV

"Badia del Vento", via libera al parco eolico: scontro aperto tra Toscana ed Emilia-Romagna

Approvato il progetto per sette pale eoliche sui crinali dell’Alta Valmarecchia. Preannunciati ricorsi, proteste e raccolte firme. È scontro anche politico. Interviene Sadegholvaad: "Si preferisce procedere con soluzioni estemporanee"

di Filippo Mariotti
28 mag 2025
Simulazione di 8 pale eoliche viste da Pennabilli (elaborazione grafica su una fotografia di Davide Delorenzi, tratta da Wikimedia Commons). rilanciato anche dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Nicola Marcello
Simulazione di 8 pale eoliche viste da Pennabilli (elaborazione grafica su una fotografia di Davide Delorenzi, tratta da Wikimedia Commons). rilanciato anche dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Nicola Marcello

La Regione Toscana ha detto sì al progetto eolico “Badia del Vento”. Con la chiusura dell’ultima conferenza dei servizi, la Regione ha dato il via libera definitivo all’installazione di sette pale eoliche alte 180 metri nel comune di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo. L’impianto sorgerà in località Rofelle, lungo i crinali appenninici al confine con Emilia-Romagna e Marche, in un’area di pregio naturalistico che domina la Valmarecchia.

La decisione della Toscana, attesa ma contestata, ha subito acceso un scontro istituzionale e territoriale. Da una parte, la Regione guidata da Eugenio Giani, in accordo con il Comune interessato, ha confermato la volontà di procedere, ritenendo l’opera strategica per la transizione energetica. Dall’altra, la Regione Emilia-Romagna – con in testa il presidente Michele De Pascale – ha annunciato l’intenzione di presentare un ricorso al TAR per bloccare un progetto ritenuto dannoso per il paesaggio e l’ambiente. La Soprintendenza si era già espressa negativamente, sottolineando l’impatto visivo in un’area tutelata.

Durissima anche la posizione del presidente della Provincia di Rimini, Jamil Sadegholvaad, che ha definito il via libera toscano “non solo un brutto segnale in sé, ma un pessimo viatico al metodo con cui i territori dovrebbero affrontare il tema delle energie rinnovabili”. Sadegholvaad ha parlato di “scorciatoie e furbizie” e di “effetti quotidiani scaricati sui vicini”, annunciando un pieno coordinamento con Regione Emilia-Romagna e Comune di Casteldelci per “azioni necessarie atte a ripristinare ragioni e un metodo finalmente adulto”.

La frattura corre anche lungo linee politiche inaspettate: Giani e De Pascale appartengono entrambi al Partito Democratico. A questo si aggiungono le proteste dei comitati locali – tra cui Appennino Sostenibile e Crinali Bene Comune – e di associazioni come WWF e Italia Nostra, che denunciano disboscamenti, alterazioni ambientali e un “attacco ai paesaggi identitari”.

Contro il progetto anche il piccolo comune di Casteldelci, il più esposto sul fronte romagnolo. Nel frattempo, anche in Toscana cresce il dissenso: Democrazia Sovrana Popolare di Arezzo ha annunciato una raccolta firme e un’assemblea pubblica per informare i cittadini e ribadire il proprio no al progetto eolico.

Il paradosso è evidente: a pochi mesi dalla firma di un accordo tra le due Regioni per la gestione condivisa delle aree di confine, la “guerra del vento” minaccia di diventare un caso nazionale. Con oltre dieci progetti eolici proposti per l’Appennino e più di 70 pale eoliche potenzialmente in arrivo, Badia del Vento rischia di essere solo l’inizio.





Riproduzione riservata ©