
L’assenza del Dna di Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, non cambia l’impianto accusatorio. Il 34enne è in carcere dal 2023 sulla base di dodici elementi ritenuti “di grave univocità” dal tribunale del Riesame, come riporta Il Resto del Carlino.
Tra gli indizi principali: la compatibilità con le immagini della cam3, il presunto depistaggio sugli abiti indossati il giorno del delitto, un possibile movente passionale, la presunta confessione alla compagna e l’assenza di un alibi credibile. Inoltre, la procura evidenzia l’addestramento militare dell’indagato e la dinamica del delitto compatibile con le sue caratteristiche fisiche.
Il 10 e 11 febbraio si svolgeranno nuovi accertamenti tecnici sui cellulari e sulle immagini di sorveglianza, nel tentativo di chiarire ulteriormente la posizione di Dassilva.