Logo San Marino RTV

Cerasolo: dopo l'ordinanza del Comune di Coriano, sit-in di alcuni lavoratori di Petroltecnica e Rovereta

Domani incontro tecnico in Comune e tavolo di crisi in Prefettura

8 apr 2019
Cerasolo: dopo l'ordinanza del Comune di Coriano, sit-in dei lavoratori di Petroltecnica e Rovereta
Cerasolo: dopo l'ordinanza del Comune di Coriano, sit-in dei lavoratori di Petroltecnica e Rovereta

Il disagio, l'angoscia, dei dipendenti che hanno partecipato al sit-in, è comprensibile. Ma in questa vicenda – riguardante la Petroltecnica spa e Rovereta srl di Cerasolo -, vi sono almeno 3 interessi di primaria importanza dei quali tenere conto: il diritto al lavoro, certamente; ma anche quello alla salute; ed il rispetto delle norme in materia urbanistica ed ambientale. Armonizzare tali esigenze non sarà facile; ci si proverà già da domani, con un incontro tecnico in Comune, e soprattutto nel corso del Tavolo di Crisi, già convocato in Prefettura. Tutto iniziò nel febbraio scorso, quando vennero posti sotto sequestro preventivo parte degli impianti, essendo state contestate violazioni delle normative in materia ambientale. La Proprietà, successivamente, ottenne un dissequestro con prescrizioni – a quanto pare ormai in fase di ultimazione -; per poi incassare un'altra vittoria dal Tribunale del Riesame. Sembrava fatta, per i lavoratori – che già avevano deciso di mettere a disposizione ore di permessi, per non lasciare a casa nessuno senza stipendio –, quando è arrivata la doccia gelata dal Comune di Coriano. Un'ordinanza, datata 5 aprile, ha disposto infatti l'immediata sospensione delle attività - “per non conformità edilizia” -, del complesso aziendale. Da qui il sit-in davanti ai cancelli. “Vogliamo semplicemente lavorare”, è stato detto; alcuni dipendenti, muniti di portatile, hanno addirittura posizionato scrivanie davanti allo stabilimento. Ad accrescere la frustrazione, probabilmente, il fatto che il provvedimento dell'Amministrazione comunale sia giunto nel momento in cui si iniziava ad intravedere una soluzione. Nell'ordinanza - contro la quale è possibile ricorrere al TAR entro 60 giorni – sono contenute comunque contestazioni pesanti; ad esempio l'utilizzo di aree esterne – teoricamente destinate a parcheggi privati – per lo stoccaggio di rifiuti, anche pericolosi.


Riproduzione riservata ©