
Mentre prosegue il commosso omaggio a Francesco ci si interroga su chi verrà dopo di lui. La quinta congregazione generale dei cardinali ha stabilito che il Conclave che dovrà eleggere il successore del Santo Padre al Soglio pontificio comincerà il 7 maggio. Già definito come il più imprevedibile di sempre, c'è chi si aspetta che sia lungo, anche perché gli elettori non sono mai stati così numerosi e molti dei cardinali che vengono a Roma non si conoscono. Eppure c'è chi si aspetta, al contrario, che sia breve: Cardinal Bassetti afferma infatti di aver visto una bella unità tra i porporati, un “messaggio importante a questo mondo pieno di guerre, divisioni e rancori”.
Dietro al Conclave, però, c'è una partita complessa, un gioco di tattiche e strategie. Non si parte da un nome ma dal profilo che deve avere il nuovo Papa. Intervengono, quindi, aspettative e preferenze dei cardinali ma anche l’attualità della chiesa, la sua geopolitica. Quella che ci consegna Francesco – il Papa “venuto dalla fine del mondo” - è una Chiesa dalla fisionomia ben definita, meno incentrata sulla curia romana ma che si allarga alle periferie, per portare il vangelo “fino agli estremi confini della terra”. Dunque, non resta che attendere. Scopriremo se il Papa eletto porterà avanti quello che ha avviato Francesco.
Torna alla mente la previsione che fece il Pontefice due anni fa, al rientro dal viaggio in Mongolia, quando disse ai giornalisti "se in Vietnam non andrò io, di sicuro andrà Giovanni XXIV". Una battuta che, forse, esprimeva il desiderio che il suo successore ne proseguisse l'opera riformista, sulle orme di Giovanni XXIII, il Papa del grande rinnovamento della Chiesa, noto per aver convocato il Concilio Vaticano II.