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Congresso Cgil: Meloni è il primo leader di destra ad andarci. Ad accoglierla cortei e proteste

di Maria Letizia Camparsi
17 mar 2023

Era da 27 anni che un presidente del Consiglio non si presentava a un Congresso Nazionale della Cgil. Accoglienza fredda per Meloni: fuori dal Palacongressi di Rimini striscioni e cori contro di lei. Nella Sala della Piazza la situazione non cambia. La leader di Fratelli d'Italia sale sul palco e inizia la contestazione: circa 30 delegati si alzano intonando “Bella ciao” e se ne vanno, lasciando al loro posto dei peluche, simbolo della tragedia di Cutro. “Non ho paura delle critiche”, risponde Meloni. "Abbiamo contestato fin dall'inizio la scelta di invitarla - commenta Eliana Como, dirigente Fiom che ha guidato la protesta -. Secondo noi è irrituale perché questo è il luogo della nostra discussione e della nostra identità. La cultura politica di Meloni e di questo Governo è totalmente inconciliabile con la nostra". “Con la mia presenza tentiamo di celebrare oggi la Festa dell'Unità Nazionale”, esordisce la premier.

Poi subito al cuore del Congresso, il lavoro: dalla riforma fiscale appena approvata, con agevolazioni per gli stipendi più bassi e per chi assume di più; al no al salario minimo: “Non sarebbe una tutela ma un favore alle grandi aziende che puntano al ribasso sugli stipendi”. Da una parte l'elogio al merito: “E' l'unico ascensore sociale che esiste”, dice. Dall'altra la bocciatura del Reddito di cittadinanza per chi può lavorare: “Per uscire dalla povertà non serve questo – spiega –, ma solo un impiego”. Contro l'inverno demografico propone incentivi per assumere donne e neo-mamme. Infine ricorda i circa 20 incontri del suo Governo con i sindacati, definiti “sempre produttivi”. Ad attenderla all'uscita con un mazzo di fiori la senatrice di Fratelli d'Italia ed ex sindaca di Coriano, Mimma Spinelli. Nessuna dichiarazione alla stampa per Meloni, complice forse il clima ostile dell'accoglienza.

Nel video l'intervista a Eliana Como, dirigente Fiom





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