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Consultazioni, Draghi stringe; Bonino: “Entrare nell'esecutivo? Io ci sono”

Si parte oggi con piccoli partiti, domani è la volta dei 'responsabili', poi Leu, Italia viva, Fratelli d'Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s

8 feb 2021
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Le consultazioni del presidente incaricato Mario Draghi ripartono dai piccoli partiti. Si parte oggi dalle 15 con il gruppo Misto della Camera, poi il Movimento italiani all'estero, Azione, +Europa, i radicali, Noi con l'Italia, Cambiamo, Centro democratico e si chiude alle 17,30 con le Autonomie. Martedì il clou dalle 11: i primi a sedersi di nuovo al tavolo con Draghi saranno i cosiddetti 'responsabili', poi Leu, Italia viva, Fratelli d'Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s. La riserva potrebbe essere sciolta già domani sera. 

La maggioranza, dopo la svolta di Salvini, non pare più un problema. I nodi da sciogliere passano dunque dalla definizione del programma, con la sintesi delle richieste dei partiti, alla formazione della squadra di governo. E in una intervista a Repubblica, Emma Bonino non si tira indietro: "Di certo non sarei imbarazzata io a sedermi nella squadra di governo con un leghista, sarebbe imbarazzato il leghista che deve cambiare felpe e mascherine", afferma parlando di un suo eventuale ingresso nell'esecutivo Draghi. Bonino non esclude di entrare nel governo: "Lasciamolo decidere a Draghi. Io ci sono, noi di +Europa e Azione ci siamo". In merito alla posizione della Lega, rimarca: "Andrebbe chiesto a Salvini, come fa lui a stare in un governo dichiaratamente europeista presieduto da Mario Draghi". Nessun problema invece a sedersi con Renzi e Zingaretti: "Non funziona a simpatie e antipatie, ma sia Italia Viva sia il Pd hanno una convinta fede europeista e questo ci avvicina", riporta il quotidiano.

Dei “tanti problemi da affrontare”, il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, in un'intervista al Corriere della Sera, si concentra sull'emergenza coronavirus. Da una "identità di vedute" con Draghi su questa tema, spiega, nasce il sì di Fi. Al presidente incaricato, riferisce Tajani, "abbiamo esposto le nostre idee su economia, crescita, infrastrutture, accesso al credito, trovandolo in sintonia con noi. Gli abbiamo offerto i nostri piani sul Recovery plan e sui vaccini. E abbiamo indicato le tre riforme prioritarie da fare assieme al Recovery: burocrazia, fisco e giustizia". Quello che nascerà nei piani del vicepresidente, non è un governo di una maggioranza, ma “dei migliori”. Come Forza Italia, “siamo pronti a toglierci la maglietta della squadra per indossare quella della Nazionale".

Per Giorgia Meloni, come spiega in un'intervista al Messaggero, il problema "non è Draghi, del cui programma non sappiamo nulla, quanto la sua maggioranza sgangherata, un'ammucchiata che finirà per costringere il premier a continue mediazioni al ribasso". Dall'opposizione, argomenta, “daremo voce al centrodestra”, mentre altri “rischiano di essere costretti ad annacquare le posizioni del centrodestra in un governo in cui la maggioranza l'avranno Pd, Renzi e i 5 Stelle”, afferma la leader di Fratelli d'Italia promettendo di dare voce “a milioni di italiani che rivendicano il loro diritto di votare". 



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