Crisi Fonderie SCM, estesa l'uscita volontaria

Si lavora come ogni giorno all'interno di una delle fonderie del gruppo Scm Group, leader mondiale nelle tecnologie per la lavorazione di una vasta gamma di materiali e che garantisce 1.700 posti di lavoro solo nel circondario.

Non ci sono cartelli di protesta fuori da stabilimenti sui quali qualche mese è caduta la tegola: chiusura delle fonderie di Rimini, ridimensionamento dello stabilimento di Verucchio, 120 esuberi. Da allora il peso della trattativa è stato portato avanti in silenzio, ai tavoli istituzionali. L'ultimo incontro giovedì in Regione, dopo il quale l'SCM ha accettato la proposta di estendere possibili accordi di usciti volontaria ai dipendenti di tutto il comparto e non solo quelli delle Fonderie. La proposta di uscita volontaria riguarderà, in particolare, i dipendenti pensionandi e con profili professionali compatibili o realisticamente acquisibili dal personale delle Fonderie al termine di un percorso di riqualificazione professionale.

Un'apertura che l'azienda si augura contribuisca alla soluzione del grave stato di crisi delle Fonderie. Oggi una nuova riunione con sindacati, RSU e dipendenti, che da mesi vivono l'incertezza, con uno stato d'animo comprensibile. La speranza dei vertici SCM è che il dialogo prosegua sereno, quello dei sindacati che si arrivi a breve ad un accordo complessivo. Altrimenti, dai tavoli istituzionali si passerà alla protesta.

Nel video l'intervista a Daniele Baiesi, segretario FIM CGIL

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