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È allarme ozono in tutta l'Emilia-Romagna. Non risparmiate neanche le aree collinari

Negli strati bassi dell'atmosfera, l'ozono si crea quando i gas inquinanti emessi da automobili, industrie, raffinerie reagiscono in presenza della luce solare

di Filippo Mariotti
23 lug 2019
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

“Meno noto dell’inquinamento invernale da polveri sottili, l’ozono troposferico rappresenta tuttavia un inquinante secondario altrettanto pericoloso, che colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore”. È Legambiente Emilia-Romagna ad alzare l'attenzione sul caldo ed i suoi effetti. L'ozono infatti viene generato dalle attività antropiche, come i trasporti, in presenza di un forte irraggiamento solare.

Causa problemi come irritazioni delle mucose dell’apparato respiratorio e degli occhi, ed aggrava specialmente gli individui più sensibili della popolazione quali anziani e bambini. "Poiché – dichiarano da Legambiente – questo tipo di inquinamento si diffonde con facilità a grande distanza, elevate concentrazioni di ozono si possono rilevare anche molto lontano dai punti di emissione dei precursori (principalmente gli ossidi di azoto), in luoghi comunemente ritenuti immuni da inquinamento, come ad esempio le aree verdi urbane ed extraurbane e in montagna". Ieri il valore massimo consentito, è stato infatti superato anche nei fondi rurali di San Clemente e San Leo.

“Per contenere il problema dell’inquinamento dell’aria anche in estate – conclude Legambiente – è fondamentale non abbassare la guardia sulle limitazioni al traffico veicolare, sulle emissioni industriali e soprattutto sugli stili di vita: ridurre i consumi dovuti alla climatizzazione degli ambienti sia domestici che commerciali, facendo rispettare le norme contenute nel Piano Aria regionale che prevedono l’obbligo di chiusura delle porte dei negozi per evitare inutili dispersioni termiche, deve essere una priorità durante tutto l’anno e non solo nei mesi invernali”.



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