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È morto Elio Tosi, patron dell'Embassy. Gnassi: “Rimini punto di riferimento grazie a uomini come lui"

11 feb 2021

Si è spento Elio Tosi, ristoratore storico di Rimini e patron dell'Embassy. Lo ricorda in una nota il sindaco Andrea Gnassi, che parla di “doloroso smarrimento” alla notizia della sua scomparsa.

“Difficile trovare le parole – scrive  - per ricordare un amico (da bambino mio padre mi portava a volte al suo ristorante), un galantuomo, il protagonista di una Storia lunga quasi un secolo in cui la leggenda di Rimini si è intrecciata a milioni di storie individuali, nessuna uguale all’altra”.
Al ristoratore il sindaco aveva consegnato il Sigismondo d'Oro nel 2018. “Non ci credeva, Elio. - ricorda il primo cittadino - Si schermiva. ‘Perché io?’. Poi partiva con il racconto della sua vita, l’epopea di una città letteralmente sbriciolata dalle bombe e poi risorta come l’araba fenice. Non per grazia ricevuta, ma grazie al lavoro di persone perbene come Tosi”.


Rievoca anche gli aneddoti di Tosi legati alle celebrità che frequentavano l'Embassy che assaporavano le “carezze” culinarie della moglie Rita. Tosi raccontava delle prelibatezze gustate da Fred Buscaglione, Mina, Gianni Morandi e Mike Bongiorno in dei racconti che “venivano porti con quella sobrietà che è tratto tipico dell’eleganza naturale e di una umanità profonda, figlie di fatica senza mai un lamento”. Il primo cittadino ricorda anche un'intervista di Tosi in cui aveva dichiarato ‘Facevamo a gara tra noi a chi faceva star meglio l’ospite. Se stan bene loro, stiam bene anche noi’. “Se si dovesse indicare in una sola cosa il segreto della fortuna di Rimini, - constata - forse starebbe proprio in quella frase. E in una stretta di mano: la sua, forte come il bene che aveva per la sua famiglia e per la sua città”.  

Gnassi ripercorre anche la “zingarate” che Tosi si concedeva ogni anno con un tour in limousine bianca assieme agli amici di una vita e il ricordo dell'amico Federico Fellini a cui aveva portato “due passatelli in brodo” sul letto d'ospedale a pochi mesi dalla morte. “Un gesto d’affetto per l’amico, - scrive - porto con la stessa cura e uguale stile verso gli ospiti del suo ristorante, quella cifra personale che nel tempo è diventata l’anima di Rimini, del suo essere ‘isola bella’ per uno, due, tre mesi all’anno di una Nazione alle prese con infiniti tormenti".  


“Una grande persona”, prosegue il sindaco, che “potrebbe riempire almeno tre vite ed un vero e proprio esempio per la città di Rimini. Un “pioniere presente a se stesso”, che era solito dare “una pacca sulle spalle, accompagnata dal consiglio ‘B-sogna andè aventi!’” e che invitava a non guardarsi indietro “in un mondo che troppo spesso vede i padri mangiarsi per egoismo il futuro dei figli”. “Se Rimini oggi è forte e punto di riferimento internazionale in molti aspetti non solo economici, - constata - lo si deve anche a uomini come Elio Tosi. Ringraziarlo e ringraziare le persone come lui non è mai abbastanza”.


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Foto dal Comune di Rimini

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