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Emergenza neve Appennini: danni stimati a più di 50 milioni

L'Emilia-Romagna chiede di svincolare 3,3 milioni di euro, vincolati ai ristori Covid

12 gen 2023
foto webcam Monte Cimone @facebook Emilia Romagna Meteo. Immagine di repertorio
foto webcam Monte Cimone @facebook Emilia Romagna Meteo. Immagine di repertorio

Le previsioni meteo annunciano che a metà gennaio ci dovrebbe essere la sospirata svolta verso temperature più invernali e quindi verso la neve ma intanto gli Appennini, con temperature mai sotto lo zero anche a 1500 metri, "sudano" con piste che nemmeno la neve artificiale può aiutare, impianti sciistici chiusi, maestri di sci con le braccia incrociate. E di conseguenza albergatori e ristoratori con le mani nei capelli per le disdette da parte dei turisti e negozi e altre attività vuote. Una situazione pesante che è stata oggetto di un tavolo organizzato dalla ministra Daniela Santanchè con le regioni e le categorie di settore al ministero a Roma. Tavolo che, annuncia la ministra, "resterà permanente: ora per gli Appennini, poi per la montagna. Quando si mettono insieme le istituzioni bisogna lavorare come un sol uomo. Il turismo è la prima azienda della nazione e sta tenendo in piedi l'economia del Paese". I danni "diretti" delle attività legate alla montagna, secondo le prime parzialissime stime, superano già i 50 milioni di euro "ma potrebbero addirittura triplicare se verranno considerati anche i danni indiretti e l'indotto", specifica il presidente della Toscana Eugenio Giani che, assieme agli governatori, chiede un piano urgente per gli Appennini.

La regione Emilia-Romagna chiede lo sblocco di fondi per 3,3 milioni già a disposizione ma vincolati ai ristori Covid, poi una moratoria dei mutui, la riduzione delle aliquote fiscali, la possibilità di anticipare le risorse nazionali in co-finanziamento per gli impianti sciistici, la cassa integrazione per i lavoratori stagionali. La regione e gli altri territori all'Esecutivo, oltre alla gestione dell'emergenza, hanno chiesto cambio di passo nella promozione turistica dell'Appennino durante la stagione invernale, per arricchire l'offerta sciistica con altre e diverse opportunità".

Quella che si sta vivendo è una "situazione è drammatica, perché il contraccolpo di questa mancata apertura è stato durissimo su tutte le imprese della filiera e tutte le misure sulla fiscalità, così come i ristori, sono assolutamente necessari e urgenti - osservano nella nota il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l'assessore al Turismo, Andrea Corsini - Come Regione ci siamo fatti capofila davanti al ministro Santanchè di alcune proposte, a partire dallo svincolo dei residui non assegnati dei bandi Covid, che sarebbero immediatamente utili per le imprese coinvolte, anche se di certo non risolutivi. Santanchè - sottolinea Corsini - ha dimostrato apertura nei confronti di questa e di altre soluzioni, e le presenterà anche agli altri ministeri coinvolti".





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