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Emilia-Romagna: a inizio 2023 via ai lavori per rigassificatore a Ravenna

"Un investimento vitale" per il commissario e presidente della Regione, Stefano Bonaccini

5 set 2022

A fine ottobre si concluderà la conferenza dei servizi - il tavolo che riunisce tutti i soggetti in qualche modo coinvolti - e all'inizio del 2023 cominceranno i lavori per il rigassificatore, che sarà ormeggiato a largo del porto di Ravenna. La Regione Emilia-Romagna, con il presidente Stefano Bonaccini che è stato nominato commissario per la realizzazione del progetto, conferma il cronoprogramma per la realizzazione della piattaforma galleggiante che nelle previsioni servirà per aumentare l'autonomia energetica dell'Italia.

Dopo la presentazione del progetto da parte di Snam, c'era tempo fino al 30 agosto per presentare richieste di integrazioni - ne sono arrivate una ventina - e osservazioni, che sono invece circa 10, comprese quelle molto critiche di Legambiente e Italia Nostra. Snam, adesso, avrà venti giorni di tempo per rispondere, quindi, ai primi di ottobre, sarà convocata una nuova seduta della Conferenza dei servizi per discuterne. Poi ci saranno altri venti giorni per pareri e autorizzazioni, quindi, a fine ottobre, la conferenza terminerà i propri lavori, secondo tempi molto più stretti rispetto a quelli solitamente utilizzati per un'opera di questo tipo.

Se tutto filerà liscio, nel primo quadrimestre del 2023 partiranno i lavori. Le osservazioni e le richieste di integrazione riguardano vari aspetti del progetto: il posizionamento dell'impianto a terra di filtraggio e regolazione, opere di mitigazione e compensazione, i dragaggi per consentire l'accesso delle navi, i materiali utilizzati, la prevenzione degli incendi e la questione dell'abbassamento della temperatura dell'acqua del mare che verrà usata nel processo di rigassificazione.

“Parliamo di un investimento vitale per il Paese - aveva affermato Bonaccini a luglio - di primaria grandezza e di massima urgenza, per il quale sono previste modalità e procedure inedite con cui dobbiamo misurarci. Anzitutto per conciliare interessi primari come quello di avere energia, ma di farlo in piena sicurezza per l’uomo e l’ambiente. Io aggiungo in massima trasparenza e ricercando il più possibile il confronto e la condivisione: per questo non abbiamo atteso un minuto per portare il progetto all’attenzione delle rappresentanze istituzionali, economiche e sociali, ma anche delle università, dell’associazionismo, delle forze politiche del sistema regionale. Abbiamo un obiettivo comune: arrivare in tempi ridotti, e con procedure inedite, a un impianto imprescindibile per il fabbisogno energetico dell’Italia; la precondizione, naturalmente, è che l’opera sia sicura e sostenibile, che rispetti tutti gli standard di tutela dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio biologico dell’area”.





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