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Emilia-Romagna, Dia: “Il rischio di infiltrazione criminale è concreto”

24 feb 2021
Emilia-Romagna, Dia: “Il rischio di infiltrazione criminale è concreto”

Nell'ultima relazione semestrale, la Direzione investigativa antimafia afferma che "l'emergenza economica e finanziaria determinata dalla pandemia non ha risparmiato nemmeno un territorio florido come quello emiliano-romagnolo, ove il rischio di infiltrazione criminale è concreto". La crisi è infatti, da sempre, un richiamo per le mafie: "Piccole e medie imprese a prezzi di saldo - segnala la Dia - potrebbero diventare un potenziale 'affare' per la criminalità organizzata” che specula “sulle inevitabili difficoltà che hanno colpito moltissimi imprenditori”.



Tra i gruppi attivi, che potrebbero mettere le mani su ristoranti, alberghi e piccole ditte commerciali, si evidenzia la 'Ndrangheta, "sempre pronta a consolidare quel 'sistema integrato' tra imprese, appalti e affari, che costituisce l'humus sul quale avviare attività di riciclaggio e di reinvestimento delle risorse illecitamente acquisite". A riguardo, indagini, come 'Aemilia' hanno documentato la pervasività della cosca cutrese Grande Aracri nelle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza. Conclamata è anche la presenza di "qualificate proiezioni delle cosche reggine" (Bellocco, Iamonte, Mazzaferro), vibonesi (Mancuso), crotonesi (Farao-Marincola). Anche Cosa Nostra ha sviluppato attività criminali legate al riciclaggio di denaro e al traffico di stupefacenti: stata registrata l'operatività di soggetti riferibili a cosche del palermitano, catanese e gelese, rispettivamente dei Corleonesi, dei Santapaola e dei Rinzivillo. Per la Camorra, è accertata la presenza di imprese ritenute "inquinate" dal sistema e riconducibili, in particolare, al clan dei Casalesi, tra Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna e Rimini.

Ma non sono mancati anche riscontri su personaggi riferibili ad altri sodalizi: gli stabiesi D'Alessandro, i napoletani Vallefuoco, i Contini del quartiere Vasto di Napoli, la famiglia Nuvoletta di Marano di Napoli, i Puca di S. Antimo, i Mallardo di Giugliano in Campania e i Belforte di Marcianise. Per le mafie pugliesi è stata recentemente riscontrata l'operatività di affiliati al clan cerignolano Piarulli-Ferraro. Si evidenziano infine organizzazioni straniere, ad esempio nigeriane, in grado di gestire il traffico di droga a livello internazionale e di altri gruppi 'interetnici', talvolta partecipati da pregiudicati italiani.




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